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Aggiornato: 11 giugno 2025


Teodoro de Banville ci ha lasciato il ritratto del giovane poeta. «Testa maravigliosamente incantevole; carnagione di un pallore caldo, color d'ambra; sopracciglia diritte e morbide; occhi fiammeggianti, vaghi, umidi in una e brucianti, pieni di fantasticherie, occhi che ci vedono poco, ma belli a vedersi; labbra voluttuose, pensose, quasi sanguinanti; barba fine, infantile; capellatura fitta, abbondante bruna; orecchio piccolo e delicato; insieme di virile rigoglio e di grazia femminile

C'è qualche bimbo colla bionda chioma... Caso raro!... perchè son tutti neri! Cagliari guarda il mar, mentre al suo fianco Ha liete valli e colli pittoreschi, E larghe vie dal suol sassoso e bianco, Ed irte siepi di fichi moreschi. Grappoli enormi e picciolette viti Ornan le balze ridenti festoni! E all'arse gole fa graziosi inviti Lo scialbo color d'ambra dei limoni.

La luce gialla della candela le stendeva sul volto una maschera cerea, in cui gli occhi vitrei diventavano traslucidi e i capelli biondi si snaturavano in un pallidissimo color d'ambra; la camicia cilestrina così mite e ridente sopra un corpo rigoglioso, era sinistra su quel corpo magro, pareva un drappo ilare avvoltolato per ischerno intorno a un rigido fantoccio.

Poi pose un piccolo guanciale sotto il braccio d'Ambra acciò stesse sollevato. Mi raccomandò di star fermo colla mano e di non sollevarla dalla vena ferita prima di mezzanotte; soggiunse che la salvezza della fanciulla dipendeva dalla mia pazienza. Se all'indomani mattina Ambra avrebbe parlato, ogni pericolo cessava. Dovevo guardarmi dal sonno e dai movimenti repentini.

Fu collocata una sedia fra il letto d'Ambra e quello di Ram

Intanto tramavasi una beffarda congiura da' miei colleghi contro di me; l'equivoco d'Ambra, tosto noto a tutta la compagnia, dava diritto all'infimo staffiere di sogghignarmi in faccia. Tutti si dettero parola di non palesare l'inganno all'andalusa, a fine di prolungare più che fosse possibile la celia e le risate. Nessuno mi chiamava più Mister Yao o Señor Yao come per lo innanzi, ma invece Miss Yao o Señorita Yao, e Ram

Così dicendo, il duca agitò un campanello e poco dopo entrò un moretto vestito di giallo portando sul palmo della mano all'altezza del capo un piccolo vassoio d'argento con un'anfora piena di vino color d'ambra ed alcuni bicchieri.

E gridava Ottomano: ite, mal nati, Ove celebra Amor dolci imenei; Ite sparsi di fior, d'ambra odorati, A giocar canne, a passeggiar tornei; Non son per vostra man brandi affilati, sanguinosi acciar; vostri trofei Sono in danza apparir con chiome attorte; Quì conviensi incontrar piaghe di morte.

A un tratto si riscosse, trasalì alzando il capo, e rimase assorta, colla penna fra le dita lunghe, d'un leggero colorino d'ambra. Numa, ch'era saltato di nuovo sulla tavola, accoccolatosi sopra un librone sgangherato, faceva, leccandosi con grazia, la toeletta delle zampe. Evelina gli teneva gli occhi fissi addosso, ma non lo vedeva.

Quando gli ripigliava il delirio, io mi mettevo in disparte; non volevo arrischiare di sorprendere qualche sua segreta idea nei vaneggiamenti suoi e volgevo gli occhi dalla parte d'Ambra. Quasi nuda giaceva la tramortita fanciulla sotto le mani dei medici.

Parola Del Giorno

prorruppe

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