United States or Macao ? Vote for the TOP Country of the Week !


CRICCA. Guardisi che non moia d'altro caldo che di sole. PANDOLFO. Mangiando che beve? GRAMIGNA. Liquore di pianeti, rugiade di stelle fisse, distillazioni di destini, quinte essenzie de fati, sugo di cieli. PANDOLFO. Come li raccoglie? come se li beve?

LELIO. Non potria imaginarsi il piú bel tratto! togliete via ogni tardanza. CRICCA. Piano; «a chi è impaziente dell'indugio convien precipitare»; ma se vogliamo che l'inganno riesca, non bisogna andar cinguettando che Guglielmo sia tornato. E voi trattenete il vignarolo in casa, ché non lo vegga Pandolfo insin a tanto che non avete fatto i matrimoni.

CRICCA. Siamo stati doppiamente burlati dall'astrologo, e della trasformazione e dell'argento; e or sará scampato via: e dubito che io non sia piú veridico astrologo di lui. LELIO. Come potremo chiarirci di questo? Mira come il mio povero padre sta doloroso! CRICCA. O vignarolo, o vignarolo! VIGNAROLO. Mira questa bestia che mi conosce. CRICCA. Rispondi, vignarolo.

La prima volta le scongiuro per dieci ducati; se ricusan, per cento; e se pur restie, per mille: e con questo terzo scongiuro fo trottare i monti, non che le donne. GRAMIGNA. Lega un uomo ché non possa usare con la sua moglie. CRICCA. Lo lego ancor io con una fune ché non usará con la moglie con altri. GRAMIGNA. Fa nascere in un subito in testa ad un uomo un par di corna piú di uno cervo.

VIGNAROLO. Castelli in aria. CRICCA. Di che cosa? VIGNAROLO. Il padrone mi ha commandato che non lo dica ad uomo. CRICCA. Dillo a me che sono una bestia. VIGNAROLO. No no: sai che da me son secreto; quanto or ci debbo essere che me l'ha commandato il padrone? CRICCA. Io non lo voglio sapere se bene mi pregassi.

PANDOLFO. L'astrologo. CRICCA. E che, gli astrologhi sono Orlandi? CRICCA. Or andiamo dove volete. PANDOLFO. Ecco la casa: dimanda costui. CRICCA. Costui mi pare da Fuligno. PANDOLFO. Che vuol dir «fuligno»? CRICCA. «Degno di una fune e d'un legno»! GRAMIGNA. Che dimandate voi? PANDOLFO. Sète di casa? GRAMIGNA. Son servo dell'astrologo divino.

CRICCA. Dimmi, signor astrologo, per quanto tempo durerá il vignarolo nella figura di Guglielmo? ALBUMAZAR. Per un giorno naturale. CRICCA. E ci sono anco i giorni contra natura? ALBUMAZAR. Il giorno naturale se intende di ventiquattro ore. CRICCA. E quello contra la natura?

Non vo' piú moglie; e giá bandisco da me tutte le speranze del mondo, e mi restará per penitenza del mio sproporzionato desiderio, che ne arrossirò ogni volta che ne sentirò parlare. CRICCA. Andiamo, padrone, ché la tardanza non vi offenda. PANDOLFO. Andiamo presto a ricuperare le robbe e poi attenderemo a' sponsalizi de' figli. Tu, licenza costoro.

Che importa quella parola? bisogna vivere e fare li fatti suoi. CRICCA. Andiancene presto a casa. PANDOLFO. Vorrei aver un campanil in testa per stare piú sicuro. Oh oh, son morto! CRICCA. O povero padrone, per parecchi giorni non avrai pedochi in testa, ché tutti saranno pesti o fuggiti per la paura! PANDOLFO. Dubito che il mio cervello non sia balzato un miglio fuor della testa.

RONCA. Fuggi quanto vuoi, ché noi ti giungeremo, traditoraccio. CRICCA. Oh oh! PANDOLFO. Cricca, che hai che gridi cosí forte? CRICCA. Son morto, non mi date piú, son morto giá! PANDOLFO. Come sei morto se tu parli? CRICCA. Poco ci manca a morire, ci è rimasto un poco di spirito. PANDOLFO. Che hai?