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PANFAGO. Ho fatto il tutto a vostro modo; in questo solo vo' che voi secondiate il mio: ho tolto il barilotto e gli altri intrighi per empirli di varie furfanterie, e ti farò veder salciciotti, provature e mille altre galanterie; ché avendogli a far una burla, non ci vogliamo perdere il presente, e noi restassimo i burlati.

ALBUMAZAR. A tosare un'altra pecora che vuol fissar l'argento vivo con sughi di erbe: accrescerá il numero de' burlati e il nostro bottino. GRAMIGNA. Cosí faremo. ALBUMAZAR. Usate le barbe adulterine, impiastri ed altri linguaggi, ché non siate conosciuti per quelli istessi.

CRICCA. Siamo stati doppiamente burlati dall'astrologo, e della trasformazione e dell'argento; e or sará scampato via: e dubito che io non sia piú veridico astrologo di lui. LELIO. Come potremo chiarirci di questo? Mira come il mio povero padre sta doloroso! CRICCA. O vignarolo, o vignarolo! VIGNAROLO. Mira questa bestia che mi conosce. CRICCA. Rispondi, vignarolo.

Don Domenico non rispose che fra stesso e col pensiero: Ecco un mariuolo finito che ci ha tutti burlati e battuti! Ci ritroveremo più tardi, non dubiti, e gli faremo espettorare il capitale con gl'interessi composti. Concettella completò la guarigione. Il seguente, alle otto del mattino, una vettura si fermò alla porta di Don Diego.

Ma come?... Era forse il manifesto che avevano tanto discusso e finalmente approvato tutti insieme, nella sala del ristorante Canetta?... Tutti insieme, meno il Toddo-Bertù e il Santa Trinita, ai quali Cantasirena aveva scritto, poi telegrafato a Roma per avere l'adesione e la firma. Ma come? Erano stati burlati, mistificati, ingannati!

GERASTO. Se lo diceva a Santina mia moglie, che è una cicala, sarebbe andata cicalando per gli parenti, amici e vicini, e n'arebbe pieno Napoli in un'ora; e poi forse non essendo d'accordo, saressimo stati burlati da tutti. ESSANDRO. Quando dunque verran costoro? GERASTO. Quanto prima, e forse verran oggi che è giornata del procaccio. ESSANDRO. Oimè!