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Aggiornato: 24 giugno 2025
SPAGNOLO. Mi señora, no puedo mas sufrir la pasion que me da la hermosura suya: perdóneme si me atrevo á tanto. GIACOMINO. Mira forfante! te imparerò creanza con un bastone!... A baciarla! SPAGNOLO. ¡Á don Cardon de Cardona, palos! ¡á mi, palos! Voto á Dios, que yo os mataré y á todo el mundo, que despoblaré todo el infierno. CAPPIO. ¡Don Ladron de Ladroni, toma esto!
NARTICOFORO. Tu la creanza a me? il quale con publico stipendio lègo una lezione estraordinaria alla Rotonda di versi di Mancinello di costumi? Pensi che per esser qui forastiero non abbi in questa cittá alcun amico? o abbi la crumèna cosí vacua che non possa far pentirti del tuo stultiloquio?
Rugger afflitto non apriva bocca; e poich'egli ebbe sofferto e sofferto, a Carlo Magno un giorno fece istanza che a Filinoro facesse aver creanza. Non s'usavan duelli, e le vendette s'erano riformate dall'antico: per vie nascoste dirette e indirette, chi mente avea domava l'inimico.
E soggiunse in un soffio: Stasera alle nove conduco Pinotto a prendere una boccata d'aria al Valentino. Indi, voltandosi verso i nuovi arrivati. Buon giorno, signora Bardelli, come sta? Buon giorno professore... Pinotto, da bravo, levati il berretto. Questi ragazzi non imparano mai la creanza. Scambiati i saluti, la signora Merlini uscì rapidamente, tenendo a mano il figliuolo.
Bisognan pollastroni e galli d'India intieri intieri, ogni cosa a tavola alla tedesca, i catini pieni, e ogni un piglia quel che vuole. PARDO. Creanza de pari tuoi! dopo aver diluviato e tracannato a tuo modo, vai dicendo il contrario. GULONE. Minestre fredde e vin caldo, che bisognava tormi da tavola piú morto di fame, che quando ci venni.
Ma poiché la prima volta che ho veramente parlato con Amasia e conosciuto in lei costumi poco rispettevoli e modi troppo sdegnosi e creanza piú tosto d'un orgoglioso maschio che de una modesta femina convenevole, un tanto amore mi si è in odio converso. O povero Erasto, ingannato, burlato e aggirato per lo naso!
PANFAGO. Con questo giubbone non dimostro magnificenza? e con questa ciera un mercadante ben ricco? PIRINO. Non potrai dir che tu sei povero, perché sei mercadante e hai schiavi da vendere. PANFAGO. Se non m'hai rispetto e parli con creanza, ti darò bastonate. Tu sei mio schiavo e ti posso vendere a mio piacere: e te ne farò veder l'esperienza, ché ti venderò or ora.
Poi vostra figlia è allegra di condizione, burla volentieri, e or tanto maggiormente, che si vede libera dalla servitú turchesca e in casa di suo padre e fratello: e questa amorevolezza la chiamano in turchesco tubalch. PARDO. Io non voglio che non trattino insieme con molta amorevolezza, ma in fin ad un certo termine onesto e di creanza, e non con modi cosí disonesti e di scandalo a chi li vede.
Se ben ho ragionato oggi con Amasia, non mi fece di voi parola mai. LIDIA. Io non arei stimato né col pensiero che in un gentiluomo, come voi sète, vi fusse cosí mala creanza e tanto tradimento che neghiate or quello che non vi vergognaste di farlo con tanta sfacciatezza. ERASTO. Che rispondi, Cintio? DULONE. Non vedete il tacere e il timore, che sono i perpetui compagni della colpa?
So tutto; ed ella mi fa torto, signor Commendatore garbato, a dubitarne. Non debbo io sapere tutto ciò che avviene ogni giorno ed ogni ora nelle anime? È un ufficio noioso, spiacevole, e vorrei dire anche peggio, se me lo consentisse la buona creanza. Le basti di saper questo, e lo creda sull'onor mio, che spesso ci divento rosso dalla vergogna. E quando si pensa che il principale ha creato l'uomo coll'intenzione di fare una gran bella cosa, e quasi per castigare un ribelle par mio. Ma gi
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