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Aggiornato: 8 luglio 2025


Scrissi la lettera al Re, e la lessi, prima di stamparla, a un solo fra gli Italiani coi quali era in contatto, Guglielmo Libri, scienziato illustre, capo in quell'anno d'una cospirazione contro il Gran Duca in Toscana, accusato, credo a torto, di tradimento, ma tratto più dopo, e mi duole il dirlo, dal materialismo che stava in cima alle sue dottrine e da un esagerato scetticismo su tutti uomini e su tutte cose, a tradire la dignit

I suoi vecchi ammiratori si accorgevano del deperimento, e disertavano dal teatro profondamente costernati. Non vi è cosa che tanto affligga come il decadimento di un artista di genio. Naturalmente, la diserzione del pubblico venne dagli amici politici del Modena attribuita ad una cospirazione di partito.

Mi limito a non trovarli stimabili. Un despotismo stupido, assiso sopra due istituzioni: la Chiesa e la Polizia, schiacciava Napoli. Napoli cospirava. Quella cospirazione mise capo alla proclamazione d'una costituzione, nel 1820 e nel 1848. Ed occorse che il principe di Metternich mandasse degli eserciti per ristaurare i Borboni in qualit

Cipriani scrive a De Felice: «Se mai farai o tenterai qualche cosa, spero penserai a meAvrebbe potuto scrivere ciò se fosse stato a parte di una cospirazione e se cospirazione vi fosse stata? Cipriani continua: «Dimmi qualche cosaDunque egli non sa nulla!

Cron. sic. della cospirazione di Procida, l. c., pag. 262. Ric. Malespini, cap. 208. Gio. Villani, lib. 7, cap. 60. Montaner, cap. 42, con qualche diversit

«Fra i documenti sequestrati, fu ritenuto uno dei più impressionanti di quella cospirazione una specie di discorso sedizioso che si voleva fosse stato preparato per una riunione di ribelli, e che fu trovato nella tasca di uno degli arrestati

Cron. sic. della cospirazione di Procida, pag. 274.

La cospirazione, comunicatasi a tutta Italia, perseguitata, insanguinata, restò malgrado tutto in permanenza. Ecco ciò che ho scritto altrove¹: ¹ Histoire Diplomatique des Conclaves, Vol. IV, pag. 430. «Dopo la larga ecatombe del 1821, la forca restò in permanenza. Ho sotto gli occhi i registri della polizia napoletana. Ne riassumo qualche pagina.

Cosí, come suole quando v'è materia vera, la rivoluzione popolare troncò indugi e dubbi alla cospirazione principesca ed aristocratica. Allora Carlo, giá mezzo disperato all'annunzio, pregava Dio, «se dovea scendere, di scendere almeno di piccol passo», ed assaliva poi Messina con una gran flotta.

Chi conosceva tutto quanto precede avrebbe dovuto concludere che nei moti di Sicilia non c'era stato accordo, non vi era stato intesa, non c'era l'intervento della cospirazione; ed alla Camera tale dimostrazione venne fatta da Altobelli e da me; e v'insistettero due oratori, che pel partito politico in cui militano non possono menomamente essere sospettati di tenerezza pei socialisti: l'uno l'on. Emilio Farina con quella espressione di sincerit

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