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Aggiornato: 20 giugno 2025
Batti oggi e batti domani, le ultime resistenze del conte e della contessa furono vinte, e con immenso sdegno dei Geisenburg-Rudingen von Rudingen, i quali partirono da Venezia lasciandovi un lungo strascico di debiti e dichiarando di non volervi più rimetter piede, le prossime nozze del contino Leonardo Bollati P. V. con la contessina Fortunata Rialdi furono annunziate ai parenti e agli amici.
Quella sera la contessina di Vaussana ebbe testa per tutti. Fatta preparare una lettiga e adagiare sovr'essa la sua morta amica, la fece trasportare nella notte alla Balma. Triste convoglio a lume di luna; triste ritorno della povera Gisella alla dimora de' suoi padri, dond'era uscita il mattino con tanta gioia nell'anima, così fiorente di salute e di bellezza! La riposero nel suo letto; la sua stanza, tutta ornata di fiori e di doppieri, fu tramutata in camera ardente. Tre giorni la salma fu lasciata col
Questi, che si burlava sempre di lui, oltre al tormentarlo, fece una giravolta per andargli a sedere dirimpetto: e, cercando di fissarlo negli occhi, e avvicinandosegli, bisbigliava: Rammentatevi ch'io possiedo un importantissimo documento contro di voi; la letterina del dottor Krag: essa è in luogo ben sicuro e può uscir fuori ad ogni istante. So che voi pure avete un mio segreto... ma vi sfido a palesarlo: io, forse, potrò tornare ciò che fui sempre: il vostro disonore, la vostra rovina sono sicuri. Scegliete!... Potreste stare tanto bene, andar innanzi sì prosperamente per la via che vi piacerebbe di percorrere. Siete un briccone tra i più felici: non avete se non un ostacolo.... in me! E io non domando meglio che trarmi in disparte, lasciare sgombra la vostra via: solo dovete esser con me generoso.... Conoscete la contessina Ippolita Gavini? La madre è vedova: sono ridotte povere... e io voglio sposare quella ragazza grassa, paffuta.... Ci vogliono però molti quattrini.... Ecco una delle cose che voglio fare co' quattrini, che aspetto da voi.... La mamma è tutta ben disposta per me: le accompagno in chiesa: vo in casa a dir con loro le devozioni. Mi tengono per un santo.... Sino ad ora la ragazza dice d'aver in me un padre: così la stringo al mio seno, l'accarezzo.... Ieri era vestita di semplice mussolina.... Se sentiste che floridezza?... Mi sono promesso ormai godermi quella ragazza.... Una contessina!... Vi assicuro sar
Pregate per chi n'è stato cagione. La contessina chinò gli occhi lagrimosi, appoggiandosi alla parete. Era profondamente commossa, la pietosa donna, e bene intendeva ciò che volesse dire suo fratello in quel punto. Egli passò, scese rapidamente nel vestibolo, e aperto il portone uscì fuori.
E un altro divertimento volle prenderselo alle spalle di Titta Damonte e di Scipio Spinola. Titta Damonte cominciava a essere geloso di quel gran girare al braccio di Santasillia, e quando la Contessina condusse il cugino presso il banco dove il giovanotto era segretario, questi non la salutò nemmeno, fingendo di non vederla, occupatissimo a discorrere con un'altra signora.
Anzi, au contraire, se fossero vere le informazioni avute intorno al testamento del conte Pancrazio, avrebbe da godere certi agréments... La finisca, Baldi! Non so come si possano dire certe cose! esclamò la Contessina facendosi rossa di fuoco.
Sì, sì, tutte le volte che mi sentirò più contenta disse Regina, asciugandosi di nascosto le lagrime. Grazie. Io godrò di ogni tua ora felice, Regina. Salutami il tuo Amedeo e digli che non ti rubi troppo. Avrò forse ancora molto bisogno di te.... Anche lei presto, contessina, far
Alla piccina furono imposti i nomi di Chiaretta, Luigia, Adriana, Teresa, Veronica, Margherita. Questo lusso di nomi era tradizionale nelle femmine di casa Bollati, e non si volle che in ciò la nuova contessina fosse da meno delle sue antenate.
Un lauto pranzo che si protrasse in lungo, il conversare, il rimirare di nuovo tutti i punti più belli e rimarchevoli delle sponde, non lasciarono mai alla Contessina rinvenire un momento da dare alla lettura del manoscritto consegnatole da don Annibale, nè, ritornata che fu alla sua villa del Lambro, il che avvenne il giorno seguente di buon mattino come avea voluto il Conte, potè ritrovar tempo da leggerlo sinchè ivi rimase il Marchesino.
Ma per altro, la grande commozione della Contessina non le impedì poi di celiare e ridere, tornando a casa con Marco Baldi, a proposito del Santasillia, che dovea chiudere gli occhi, per non rimanere scandalizzato dinanzi al décolleté «delle signore Assabesi!»
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