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In una scarpa il piede non era entrato tutto, ne scappava fuori il tallone ove faceva sacco la calza. Lui dondolava quel piede. A poco a poco la scarpetta ne cadde. Allora il piccino sorrise, tutto solo, molto contento. Contemplò, per un pezzetto, il piede libero, poi non avendo altro a fare, si rimise a mangiar la ciambella.

Egli contemplò sua sorella con un'attenzione ostinata, come se avesse voluto scovrire nei tratti della giovinetta la sorgente di quei miracoli, poi gridò come un uomo stordito, indirizzandosi a sua sorella ed al barone di Sanza: Io non posso contenermi. Bisogna che vi legga la lettera. E la lesse. Bambina si coprì il viso con ambo le mani per nascondere la sua commozione.

Cosa faccio? contemplo tanti volti raggianti, dico... di beatitudine e mi delizio solingo al bel panorama. Noi partiamo, non vi rincresce restar qui solo? Sicuro che mi rincresce, anzi ne ho il cuore ulcerato, ma siccome non posso seguirvi così ho deciso di rimanere.

In quella che Aporèma così parlava tra grave e beffardo, secondo il costume, Ugo si era curvato su quel corpo morto e l’avea riconosciuto per la sua spoglia mortale. Lo contemplò un tratto e non senza mestizia; quindi, come percosso da un pensiero improvviso, si alzò per guardarsi la persona.

voi che schernite al tempo quell'oblio, che la fama immortale al nome toglie, colpa e vergogna de l'umane voglie, che non son come voi rivolte a Dio; voi sol vi sete fabricato un tempio di glorie tal, che gli onori e trofei non pon lasciar di lui più chiaro esempio; deh! così potess'io com'io vorrei le virtuti cantar, ch'in voi contemplo memoria eterna a gli uomini e a li Dei. Dello stesso

Valeria contemplò, pensosa, la snella figura e l'impeccabile profilo del suo futuro genero, che colle mani in tasca e dondolandosi sui fianchi saliva accanto a loro la larga e ripida strada. Ella aveva il cuore greve di ricordi.

Agnese stese la mano per pigliarla, la contemplò qualche tempo in silenzio, poi alzò gli occhi al cielo, e recitò sottovoce un'orazione; quand'ebbe finito, restituì il ritratto ad Emilia. «Tenetelole disse, «ve lo dono, e credo che ne abbiate diritto; la vostra somiglianza mi ha colpito sovente, ma fino a questo momento non aveva turbata tanto la mia coscienza.

Maria contemplò l'immagine con molto raccoglimento, e ringraziando soggiunse: La metterò accanto a quello specchietto che regalasti a mia sorella. Uno specchietto? A tua sorella? La pastora sbarrò gli occhi, e Maria ripetè: , una bella cosa lucida dove si vede il volto, e che Maria chiamava specchio. Glielo donasti tu quest'estate, quando salivi a pascolare l'armento.

La contemplò così per un minuto, due, tre, rattenendo persino il respiro, poi fece silenziosamente alcuni passi innanzi colle braccia tese e le mani aperte come volesse afferrarla, e le labbra sporgenti come cercasse un bacio su quelle palpitanti carni. Fathma, mormorò con un fil di voce e con un tono commosso, supplichevole. L'almea a quella voce trasalì.

Polo contemplò lunga pezza questa scena, ma intanto la notte era calata e denso velo ricoprì tutti gli oggetti. Si ritrasse adunque dal balcone, serrò le vetriate e scese nel salotto. Sedette allo scrittoio, aperse il manoscritto, e sfogliando s'arrestò senza averne intenzione alla pagina che così chiudeva: «Il fine della virtù, ha detto lo storico Cuoco, è la felicit