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Aggiornato: 16 ottobre 2025
Roberto Fenoglio proseguì volgendosi all'amico Magnasco: Io te lo ripeto, che colpa ci ho? Stanotte tu mi cogli alla sprovveduta, mi tiri un colpo a bruciapelo, chiedendomi di renderti servizio presso la tua signora cugina.... Io casco dalle nuvole.... Non so risponderti... non so dirti, spiattellarti la verit
Ma tu fai colpa alla contessa delle colpe altrui! esclamò Ariberto.
Io non chiesi più nulla; me le affidai; non sospettavo ancora gli abissi di doppiezza di cui un cuore di donna è capace! «Non chiesi più nulla. Avevo sete dei suoi baci, non volevo aver l'aria di rubarglieli. Vi erano dei momenti in cui la mia ragione minacciava di smarrirsi; allora ella gemeva: «È una colpa!...» Perchè colpa? Se mi amava? Se io non avevo altri doveri, e se lei non ne aveva più?
Grazie, grazie, Angiol mio, de' manifesti Segni di fratellanza! ah sì, tu m'ami! Tu vuoi condurmi a giubili celesti! Tu in guise inenarrabili mi chiami, Per me paventi della colpa i lutti, E mi sveli d'inferno i lacci infami. Salve, bell'Angiol mio! salvete tutti, Angioli tutelanti l'universo, Perch'egli a Dio suprema gloria frutti!
È un castigo ben severo per una simile colpa, osservò l'inglese; e se il loro supplizio deve servire d'avvertimento e d'esempio, perchè è stato proibito agli abitanti di Tangeri d'assistervi? (Le porte della citt
Povero amico! ripigliò Tognetti. Per colpa mia ti vedo ridotto a questo passo. Io fui che venni a cercarti, a toglierti dal seno della tua famiglia. Perdonami!
Era scritto che questi ricordi dovessero rinascere: essi vengono a dirci una parola che ripara al passato, che ci conforta a volgerci indietro col cuore liberato da ogni amarezza e da ogni rancore. Loreta, ascoltatemi ancora. Non è alcuna colpa in questo.... non è colpa alcuna!... Ascoltatemi ancora!
Tu dicesti, Padre etterno, che per l'amore che tu hai alle tue creature, che hanno in loro ragione, che con l'orazioni dei servi tuoi e col molto loro sostenere fadighe senza colpa, faresti misericordia al mondo e riformaresti la Chiesa tua, e cosí ci daresti refrigerio.
«Caro, io sono forse in parte troppo scettica e in parte troppo entusiasta; di quest'ultimo guaio ne hai colpa tu che mi hai ridonato il mio cuore di diciott'anni. Io penso che tu possa realmente far bene, come poeta, a pochissime anime, e penso in pari tempo che il valore di questo ristretto beneficio sia inestimabile e che saresti colpevole di non recarlo. Non basta; io sono una personcina molto ignorante e da nulla, ma tuttavia presuntuosa assai; e oso adesso dire cosa vorrei che tu facessi in avvenire come artista. Il romanzo che hai incominciato mi piace immensamente e so come vi lavorerai quando sarai mio. Io mi vedo gi
A Gibellina si sa almeno su chi fare ricadere la colpa immediata della catastrofe. Il capitano Macchi allontanò da sè la responsabilit
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