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Aggiornato: 19 giugno 2025
Ti aspettavo per telegrafare; completa tu i particolari che mi ha dato Caruso; è bene che di questa elezione si parli in provincia: l'idea del principe della Marsiliana è splendida. Io conto di fare nel Fieramosca un capo cronaca dell'avvenimento di stasera, diceva il Peronelli, fumando lentamente la sigaretta e sorbendo il cognac a centellini. Hai visto, Rosati, se c'erano giornalisti alla cena?
Un poco. Egli si voltò verso l'uscio. No ella disse vivamente, lasciandosi ricader sulla sedia non voglio nessuno... non ho bisogno di nulla... Ossia... datemi un gocciolo di cognac... il servizio dei liquori è lì sulla mensola... Una volta non ne bevevo mai... vi ricordate?... Appena di quando in quando un dito di curaçao.
Non voglio nessuno; andate a prendermi un eccitante; del wisky, del cognac, quello che credete; ho bisogno di rimettermi in gambe per oggi e domani, poi non m'importa più nulla. Giorgio cercò nell'astuccio da viaggio del principe una boccetta di wisky e lo versò in un bicchiere d'argento. Don Pio lo bevve e per un momento si sentì rianimato.
Sia per non detto; un'altra caraffa.... e amici come prima. Eh! che del vostro birrone me ne infischio.... è un acquerello che nemanco vale a rasciacquar le gengìe. Fate portar del buon cognac; quello sì m'acconcia lo stomaco. Bottega! cognac, del buono.
E quasi volesse giustificarsi, soggiunse: L'è capitato così da un punto all'altro... mentre si discorreva... Aveva desiderato lei una goccia di cognac. Eh, non ist
Vedo ancora il suo sorriso ambiguo presto dileguato, soggiaccio ancora adesso a quel pauroso smarrimento che mi prese allora, quasi io mi fossi, per un attimo, affacciato a un abisso. Che significa questo? esclamai, fissandolo, nella vertigine. Egli rise un'ultima volta. Gli sprazzi del cognac! E mi prese la mano, e me la strinse come in una morsa.
Invece Matteo Cantasirena, rimesso dal primo spavento, cominciava a brontolare. Anche questa mi capita, anche le convulsioni!... Anche il Laner che mi diventa matto in casa.... Ma Gioconda!... Ma Evelina?... Come si fa? E col Casalbara che viene a pranzo! E tutto ancora da preparare! La Gioconda gli rispose stizzita: Bisogna fargli bere qualche cosa di spiritoso. Il cognac! Il cognac!
Voi parlate del Ruskin come d'un liquore, osservò la contessa Lombardi sorridendo. È vero; ma io preferisco il cognac, rispose Paolino. Il fatto è che le straniere sono innamorate. E di chi? domandò Fausta. Di me, contessa! affermò Paolino trionfante. Gli uomini risero. Ma sai tu chi è il Ruskin? domandò il conte Priùli. No; non l'ho mai letto.... È naturale, disse il Priùli.
Bevve due bicchierini di cognac uno sull'altro, come per riscaldarsi, ci domandò cosa si stava dicendo, ma non diede retta alla risposta e non prese parte al discorso. Era distratto. Stava muto e pensoso e guardava fissa la brage del caminetto, con uno sguardo di ribrezzo, come se fosse stata qualche cosa d'orribile.
Ti pare? balbettò Leonardo sbigottito di sentir dal labbro di un'altra persona la conferma di ciò che s'era detto lui stesso. Sì, parola d'onore.... Del resto, se stai bene.... Oh sì, sto bene... sono un po' fiacco.... Si vede.... Andiamo a prendere un bicchierino di cognac? No, no....
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