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Aggiornato: 21 giugno 2025
Non riusciva a comprendere come Clara Dolores potesse intedescarsi a quel modo; gli pareva altra da quella che aveva conosciuta e amata da bambino. Era più attenta a tutte le minuzie dell'eleganza, più gelosa della propria bellezza, e le visite della pettinatrice, della manicure, e il massaggio e il bagno le rubavano tre quarti della giornata.
Bruno crollò il capo ridendo e parlò d'altro. Ma gli parve molto strano che in quei giorni anche Clara Dolores gli tenesse parola del libro. Ella sapeva da tempo che il figlio aveva un'inclinazione spiccata per la letteratura e andava preparando la sua prima opera; e gliene chiese notizie. Nulla di buono, nulla di pronto, cara mamma! rispose. Io volevo dirti.... seguitò sua madre.
Grazie, signorina, rispose. Ma per partire oggi stesso, devo rientrare subito all'albergo e aiutare la cameriera a fare le valigie. Tornerò; e al mio ritorno sarò lieta di conoscere la sua famiglia. Sì, torni presto! disse Nicla. Arrivederci, seguitò Clara Dolores, Il pensiero che Bruno ha un'amica, una sorella, mi conforter
Si era avvicinata a lui, chinata verso lui, parlandogli: e gli parlava con una voce tremante, roca, come egli non aveva mai inteso uscire da quelle labbra. Egli ebbe un atto di smarrimento: Tacete, Clara, tacete! No, amico mio, non mi fate tacere, non vi ho mai detto nulla, in questo tempo, e ora muoio, se non vi dico tutto....
A questa domanda così diretta, così limpida, che Clara gli faceva, con voce pianissima, ma tremante, egli rispose subito, pianissimo, ma senza tremare: No, per molto tempo. Per quanto tempo? Per cinque o sei anni, credo, portai questo tormento. Dopo, ebbi una grave malattia. Quando guarii, ero guarito anche del mio segreto tormento. Guarito? Completamente? Sì, signora, completamente. Felice?
Invero, si trovava di fronte all'irreparabile: ed era quello che le faceva torcere le braccia, nella notte, quando per tutta una serata ella aveva udito il mormorio dell'amore, al suo orecchio, ma di un amore finito, morto. Giacchè ogni parola, ogni frase di Giovanni Serra, pur restando nella più fine gentilezza da uomo a donna, pur avendo la poesia della tenerezza, diceva a Clara, che egli non l'amava più. Invano ella, con l'animo ansioso era questa, la sua ansiet
Ma ella era lontana da lui; e al professore Salapolli pareva che la contessa non fosse più tanto spaventata dall'idea dei cattivi esempii e dei grandi modelli di sarcasmo che stavano sotto gli occhi di Bruno a Parigi. Eran passati i tempi in cui Clara Dolores sguinzagliava avvocati e sciupava lettere e telegrammi e carta bollata per avere seco il figlio.
Vi rammentate, Clara, che vi ho voluto bene così teneramente e che non me ne avete voluto mai? Vi ricordate che avete lasciato che io vi amassi, incoraggiandomi talvolta, talvolta avvilendomi, facendomi passare dalla gioia alla disperazione, in un giorno, e non volendomi bene mai, mai, nè prima, nè dopo, nè mai? È vero, o no?
... molto spesso ella terminò, senz'aver l'aria di accorgersi della sua negazione. E come mai? domandò lui, con un po' d'ironia, niente altro. Così disse Clara tristemente e brevemente. Giovanni Serra abbassò gli occhi, quasi celando una domanda che si potea forse leggere nel suo sguardo.
Quale pericolo correte, dunque? Voi avete la gran sicurezza; che temete? Nulla.... infatti.... ma dovrò fuggirvi. No. Restiamo amici, voi volete così? Restiamoci. Solamente, solamente io non sarò amica, ma innamorata di voi. Clara, sarebbe una condizione insopportabile! Io sola, la debbo sopportare! Che fa, a voi?
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