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Il fanciullo abbassò il capo, chiuse gli occhi, fece delle braccia al petto croce, e con suono velato rispose: Sorella, guardami su la fronte alla radice dei capelli; vedi la cicatrice che vi porto? La vedi? Sai tu chi mi ha ferito? Io non tel dissi fin qui; ma ora, che mi sento vicino a morire, io te lo posso confessare. Ripensando fra me come Francesco Cènci mi tenesse in dispregio, e sovente mi guardasse di traverso, a me parendo di meritarlo, un giorno, fattomi cuore, gli caddi davanti, e tentai prendergli la mano per recarmela alla bocca. Egli gridò: «va via, bastardo!» e mi diè così forte un pugno nel petto, che mi spinse giù a precipizio a percuotere col capo nello angolo dello armario, ch'ei tiene nel suo studio. Francesco Cènci mi vide svenuto, e tutto intriso di sangue; mi vide, e non mi rilevò. Di qui la ferita; di qui la infermit

APOLLIONE. Questo che dice è vero, e a me par mio fratello. PANURGO. Non hai tu un segnale nella schena, ché avendoti in braccio, quando era piccino, ti fei cadere e percotere in una pietra aguzza, di che giacesti duo mesi in letto e ancor ne devi aver la cicatrice? APOLLIONE. Questo è mio fratellissimo. O fratello ricercato e desiderato! NARTICOFORO. Può esser che tu voglia essere cosí credulo?

Io pure son forte... vedi queste braccia? hanno calati fendenti mortali laggiù... vedi questa cicatrice che mi sfregia? l'ebbi al passaggio del Po, combattendo da prode... ed avrò paura d'un codardo seduttore? no, no, figlio, non temere... son forte! Oh , siete forte!... ma povero! Colui, lo so, è ricco... ma per Bizco... Zitto, padre mio... ecco Zelmira. Non una parola, Pierio!

Nessun cliente ancora stava nella stanza. Turlendana sedette e incominciò a mangiare a grandi bocconi, con la testa su ’l piatto, senza intervalli, come un uomo famelico. Egli era quasi intieramente calvo: una profonda cicatrice rossiccia gli solcava per lungo la fronte e gli scendeva fino a mezzo la guancia; la barba folta e grigia gli saliva fino ai pomelli emergenti; la pelle, bruna, secca, piena di asperit

Sul corpo d'Ambra contusione, scalfitura: immacolato ma spento. La bella donna nel suo sereno aspetto pareva aver preferito entrar nella morte conservando intatta la bellezza sua, anziché sopportare la vita collo sfregio d'una cicatrice.

Non parliamo del Candriani, tanto ben ricompensato della sua amicizia; per poco Filippo non gli aveva portato via naso, orecchia e labbra in un colpo solo; ad ogni modo il povero Berto rimaneva sfigurato per sempre; la cicatrice era spaventosa; venti punti di sutura; ma che venti? trenta, o quaranta; un macello.... E intanto Filippo s'era giuocato per quella donna l'eredit

Dal giorno del duello, qualche mutazione era seguita nel suo animo; egli s'era fatto cupo e inquieto, il suo sguardo pungente era diventato più acuto, la chiassosa allegria, la sventatezza e l'impertinenza che l'avevan fatto celebre, erano scomparse. Si sarebbe detto che un pensiero molesto e pertinace andasse rodendolo; e infatti non tanto gli importava della cicatrice che gli deturpava la faccia quanto di aver perduta Loredana per la sua incredibile fatuit

Tu mi consoli disse O'Stiary. Intanto per questa sera tu sei sequestrato continuò il Sappia. Comincerò col presentarti alla mia amorosa. Chi è? Una bella ragazza, che non ha altro difetto che una piccola cicatrice in fronte. Le ho gi

Il volto del giovine parve a Flora molto dimagrato. La barba bruna, che aveva dovuto lasciar crescere, faceva comparire ancor più pallida la tinta del suo viso, che nelle linee acute e corrette del profilo aveva un non so che di freddo e di marmoreo sotto la cornice nera d'un berretto d'astracan alla Russa, che gli copriva il capo e parte della lunga cicatrice.

Voi avete per errore messa una punta di ferro sopra una cicatrice e io ho gridato di dolore. Ma ora è passato.