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Aggiornato: 2 giugno 2025
«E voi, suppongo, avrete interrotto l'orgoglioso ripetitore dell'inventario gentilizio chiedendogli: Ma tu che possiedi ora? quali sono le opere tue? Ed egli: Ma gli avi.... Che avi! parla di te, e rispondi. E il pover'uomo avr
Egli vide Don Domenico Taffa, lo ringraziò dell'onore che gli aveva compartito, chiedendogli la mano di Bambina; accettò la proposta condizionatamente; dimandò una settimana di tempo per presentarlo a sua sorella, quel tempo essendogli necessario per sciogliere la sua parola col conte di Craco che destinava la giovinetta al barone di Sanza; disse che costui non gli sembrava punto tenero della sua fidanzata: promise che Bambina non andrebbe più a confessarsi.... breve, mischiando vero e falso, accomodò le cose in modo che gli si accordarono di buona grazia alcuni giorni per riflettere.
Per altro, infiammati i genovesi alla guerra, Giano Fregoso mirava a sfruttare quello sdegno cittadino per utile suo; e copertamente faceva proposta di pace a Galeotto, chiedendogli in moglie Nicolosina, la sua bella figliuola, e in balìa l'ospite Adorno, il cui riscatto, gi
Ma Giorgio Assereto avea crollato le spalle, chiedendogli se egli, Lorenzo Salvani, avesse dato il cervello a pigione; e Aloise di Montalto, fior di gentiluomo se altri fu mai, gli aveva soggiunto: Se quel conte apocrifo mandasse una disfida a voi, ed io avessi la fortuna di essere vostro padrino, comincerei da non averlo per degno avversario, e sfiderei per conto mio quei due gentiluomini che avessero ardito presentarsi come suoi mandatarii.
Scrollò il capo e le spalle, come per cacciarsi di dosso quell'ossessione. A rivederci! Spero di trovarti più ragionevole la prossima volta. Maria lo salutò dolcemente chiedendogli scusa. Si era fatta rossa e aveva delle lagrime nella voce. Egli provò una pazza voglia di stringersela fra le braccia; ma si contenne. E partì.
Lo guardai con vera riconoscenza, chiedendogli il nome. Era Giacomo Ciani, condannato a morte dall'Austria nel 1821.
Era ella, infatti, la marchesa Ginevra, che il giorno innanzi, dopo il malaugurato incontro col signor di Montalto, aveva capito da un improvviso rannuvolarsi del suo cavaliere, per solito di umor così gaio, che qualche cosa dovesse succedere. Non gli aveva chiesto nulla; ma quella sera stessa, chiamando a sè con qualche pretesto gli amici comuni dei due gentiluomini, era venuta a capo di stabilire un buon servizio di esplorazione. Quella mattina stessa aveva saputo che la sfida era corsa, e dove fosse e per qual ora il ritrovo. Lo stesso Riario si era lasciato cavare il segreto di bocca. E allora, senza por tempo in mezzo, aveva mandato a chiamare il duca di Feira, chiedendogli di accompagnarla al luogo dello scontro. Non sentiva ragioni; non vedeva difficolt
Senonchè, come gli fu dappresso, vedutolo bruno e non biondo, poi meno aitante della persona che non fosse Aloise, ammutolì, chiedendogli col gesto che cosa volesse lassù. Lorenzo, precorrendo quel gesto, aveva gi
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