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Aggiornato: 17 settembre 2025


E seguito dallo zio Pierio uscì all'aperto; toltosi alla vista degli affollati, ripercorse il tratto di via che separa Curcoraggio dal cimitero, e trovatine aperti i cancelli entrovvi. Giaimo, meno sbalordito del giovane, pensò chiuder le porte, e ciò fatto raggiunse il nipote, il quale s'era gi

Come furono lunghe quelle due ore!... E con qual gioia non si salutò, l'aprirsi dei cancelli delle stazione. Gli Ebrei che giunsero finalmente a mettere il piede nella terra promessa, dovevano forse aver provato la medesima gioia... maggiore è impossibile. Prudenza, ragazzi Ci dice a bassissima voce il Materassi, uno dei nostri. Che ci è? Proferimmo tutti spaventati. Guardate!

.... Giardin ch’io sogno, i tuoi cancelli spranga. Bizzarri e inestricabili viluppi di tronchi e fronde, e rose e rose a gruppi sorgon dal suolo che non sa la vanga. In te il silenzio è cosa viva, ch’io stringo a me come un mazzo di corolle. D’esso mi nutro, e del mio sogno folle. D’esso mi fascio, e son simile a Dio.

Questa esclamazione non fu di tanto bassamente pronunziata, che non percotesse gli orecchi di coloro che erano rimasti ai cancelli: uno tra essi contorse la persona, come a cosa molesta, e mandò un cupo sospiro.

Il prelato si arrestò, curvò la testa, rimase un istante in silenzio, poi voltosi alla principessa: Andate, signora, le disse; voi siete libera di partire. Essa prese Curzio per mano, e traendolo seco, scese precipitosamente le scale, i cancelli della prigione si aprivano l'uno dopo l'altro innanzi allo scritto di monsignor Pagni.

Giardini oscuri, simili a foreste vergini, carchi d’èlitre ronzanti entro socchiusi calici, formanti a quete ville una gelosa veste: giardini oscuri, ove il colloquio delli alberi varia a ritmo d’acqua e d’aria, date una fronda anche alla solitaria che si sofferma, pallida, ai cancelli.

Ma ora? Quei giorni in nulla sono differenti dagli altri, se non quanto li rende più melanconici il paragone. Appoggiata la testa e intrecciate le dita ai rigidi cancelli della sua prigione, abbassa lo sguardo su quei tranquilli, che con lieta premura s'avviano al tempio, alla festa, quasi voglia indovinare chi siano, di che favellino. Questi altri tornano liberamente alle case loro. La casa! oh quante dolcezze sono compendiate in questo nome! e quanti tormenti per chi ne è staccato da violenta mano! Vedi l

Andava su a passo lento, si fermava dinanzi ai cancelli chiusi delle ville, dinanzi alle chiesuole, ai tabernacoli, ai muri scarabocchiati col carbone; girava tratto tratto, dai punti più alti, uno sguardo sulla campagna: per tutto era quiete e silenzio. Incontrò qualche povero, inciampò in una vecchia addormentata sullo scalino di una porta, arrivò a San Domenico, e su, per la strada più corta.

Forse i rovi s’aggrappano alle porte, ora: forse la quercia è rasa al suolo, fra l’aggroviglio delle rose morte. Che direbber, vedendola, i cancelli arrugginiti?... «Ohimè, come diversa!... Sei tu colei che aveva occhi belli, labbra rosse, e qui tra fronda e fronda crebbe, ed il lembo del suo cielo scôrse?... Che cerchi, con la bocca sitibonda?...

Parola Del Giorno

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