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Aggiornato: 10 novembre 2025
Il passo della cameriera si allontanava. Nicla riprese: «....dove sei. Ti prego di ringraziare il signor Conte e di presentargli i miei saluti. Non ti dimenticare della tua Scrisse l'indirizzo: al signor Conte Brunello di San Pietro, e vi aggiunse il nome dell'albergo e della citt
La riconobber queste de la villa esser la cameriera di Drusilla: 89 la cameriera che con lei fu presa dal rapace Tanacro, come ho detto, ed a chi fu dipoi data l'impresa di quel venen che fe' 'l crudele effetto. Non era entrata ella con l'altre in chiesa; che di quel che seguì stava in sospetto: anzi in quel tempo, de la villa uscita, ove esser sperò salva, era fugita.
Pur troppo, signora sospirai , e magari potessi rimediare al malfatto! Semplice disse. Carta, penna e calamaio. Vi detto io. Ora io non ricordo più come avvenne, ma so per certo che per trovare carta, penna e calamaio, io salii con lei, da lei, nel suo appartamento. Venne ad aprire una cameriera. Non ricordo l'appartamento. Mi parve strano e diverso da quello di casa mia. Perchè diverso, non so.
«Licenziate la cameriera, signorina,» le disse Bernardino con voce sepolcrale, che la fece fremere, «il mio segreto non posso rivelarlo che a voi sola.» Emilia esitò, ma finì a pregare Annetta di allontanarsi alcuni passi; indi gli disse: «Ora, amico mio, son sola, cosa volete dirmi?»
Ma la cameriera, senza frapporre indugio, corse a prendere il fiore e presentollo alla signorina, la quale facendo atto come di ricusarlo, percosso con la mano il calice di quello, ne uscì e cadde in terra una piccola carta ripiegata. È destino! è destino! esclamò la fanciulla, anche un anno fa.... anche un anno fa!!!
La cameriera continuò: «Caterina andò alla galleria... è quella che abbiam traversata prima di venir qui. Essa andava colla lampada in mano senza paura alcuna... Ancora!» sclamò d'improvviso; «ho sentito ancora: or non m'inganno. Zitto!» disse Emilia tutta tremante. Ascoltarono, e rimasero immobili. Fu udito un colpo battuto nel muro.
La cameriera attraversò la sala ed uscì dalla porta che metteva al sèguito dell'appartamento: io mi posi a sedere sul divano color foglia morta. Vecchio salotto, dove regnava un ordine insoffribile, quello del signor Pietro Folengo!
Giorgio aveva temuto con quella notizia di darle un dispiacere, ma invece Lalla, dopo aver finto la più grande maraviglia, si era accomodata subito, e benissimo, con un'altra cameriera: infatti era stata Lalla medesima che aveva imposto alla Nena di licenziarsi e di ritornare a Santo Fiore, con una scusa qualunque.
Quando sentì il passo di Giorgio, che andava ogni mattina a prender le lettere, allora soltanto si coricò per non far capire alla sua cameriera che aveva passata la notte vegliando.
La barba del principe, all'ostinato rifiuto, non si mosse nemmeno: cattivo segno. La sera dopo, mentre lei e l'Assunta uscivano dal teatro, il principe, aiutato dalla polizia, le rapì tutte e due: sicuro, anche la cameriera, che a questo punto veniva citata sempre come a testimonio.
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