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Aggiornato: 6 giugno 2025
Allora, pardon, mille pardons... per averla incomodata... e il bell'ufficialetto non sorrideva più. Pareva triste e un po' mortificato. Una cambiale di diecimila lire che scade il giorno dopo può esser un affar serio, specialmente quando le diecimila lire non ci sono.
Due parole sole gli disse poi abbassando la voce, ma in tono aspro, risoluto. Le tremila lire scadono dopo domani: Lei paga? Io mi accontento e sto zitto. Non mi paga? consegno la cambiale a chi l'ha da avere e buona notte! Se lei è innocente lo prover
Questi la lasciò cantare un pezzo, poi nel momento che riempiva un bel bicchiere di vino, prese a dire: Capite, la mia cara donnetta, che anch'io ho i miei impegni; e anche questa malattia mi è costata un'occhio del capo. Però non voglio mostrarmi irragionevole. Ecco qua la cambiale. La cedo a Cecilia, che sapr
E di nuovo arricciò il naso: Peuh! ma fiutò ancora, la cambiale... e finalmente, quando la ripose nel portafoglio richiuse il cassetto, pensò con aria soddisfatta di padronanza: Ma intanto, me lo tengo io, sotto chiave, il cicisbeo delle contesse.
Il signor Trebeschi metteva la sua riverita firma, e lui teneva la cambiale chiusa, sepolta in fondo al cassetto, per tre mesi, per, sei mesi, per un anno. E nessuno concluse il Facchinetti deve saper niente dei nostri interessi. Sì... Sì... Bravo; facciamo così. Oh Dio!... Il signor Daniele cominciava a respirare. Io le pagherò subito gli interessi della rinnovazione...
La cambiale è a tre mesi? interruppe Giacomino. Oh no; non ho voluto io per risparmiare l'interesse: anche troppo quindici giorni. Appena a Borgo San Donnino, mando uno chèque al Facchinetti, e ritiro la cambiale. E le mie cinquecento lire? replicò Giacomo, perplesso. Très-bien! Voi me le manderete; a Terni, quand vous voudrez rispose il cavallerizzo con un'alzata di spalle.
Maddalena mandò subito a chiamare il Facchinetti per avere la cambiale, ma era gi
Il Facchinetti del Crocifisso? e intanto il povero Daniele smaniava e protestava che il Facchinetti si era impegnato solennemente a non girare quella cambiale e a tenerla in portafoglio. Mi ha dato la sua parola d'onore! La sua parola d'onore! Il Facchinetti del Crocifisso? domandò ancora per l'ultima volta il signor Piazza.
Il fattore non poteva pagarla la cambiale: anzi, siccome da un pezzo gli affari gli andavano maledettissimamente, credendo coll'acquavite di spegnere i brutti pensieri, s'era riscaldata la testa, dava in ismanie furiose, picchiava con un pezzo di stanga tutti i creditori che avevano il coraggio di presentarsi sul suo uscio, che non è forse il sistema peggiore di non pagare i debiti.
«Alla Banca..., dice il bizzarro ometto, leggendo con un solo occhio aperto; sta bene, bisogna andarci subito, si avrebbe tempo fino a domani, ma è meglio sbrigarsi; mi vuole accompagnare? Ho l'ordine di riscuotere la cambiale colla ricevuta in regola; finiremo poi il negozio con una semplice scrittura privata. Per via mi faccia memoria di comperar la carta bollata...
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