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Aggiornato: 14 giugno 2025
Poco, lo ripeto, sappiamo, pur troppo, della vita del Manzoni in quegli anni che corsero dal suo matrimonio alla pubblicazione del Conte di Carmagnola e dell'Adelchi; ma forse non andremmo troppo lontani dal vero, supponendo che alcun grande dolore abbia agitato l'animo del Manzoni nel tempo, in cui, venduto il Caleotto, egli scrisse le sue tragedie ed incominciò il proprio romanzo. Vi sono versi che non si possono scrivere altrimenti che sotto una impressione molto viva e dolorosa; ed i versi che ho citati, mi fanno dubitare che il Manzoni abbia desiderato in quegli anni prender parte a qualche congiura politica, che, per una recrudescenza d'amor patrio, abbia corso qualche gran rischio e temuto assai per la propria famiglia e siasi poi sentito accusare di qualche debolezza: la malattia nervosa che lo visitò, appena terminata la sua tragedia, le varie ciarle alle quali diede occasione il suo ritorno a Parigi, hanno forse qualche relazione con alcun fatto che ignoriamo, ma del quale potrebbe darsi che si trovassero indizii ne' suoi scritti di quel tempo. Fu caso fortunato che i componimenti del Manzoni cadessero sotto gli occhi del Goethe, ma non gi
«Cara, sono ancora con te. Chiudo gli occhi e costringo l'anima mia ad uno slancio, il più intero e veemente. Forse mi senti, ne hai ristoro. Quanto è debole lo spirito umano! Non posso durare in questo sforzo, sono ripreso dalle sensazioni del presente, e ciò mi rattrista come se dentro a me tante ali cadessero. Dovevo dire: quanto è debole il mio spirito. Ma solo adesso mi avvedo che la vanit
"È un fatto," mi disse, "quasi miracoloso, e che non si crederebbe, se non fosse attestato dalla tradizione, che dal tempo antichissimo quando fu posta sul piedistallo la statua della Vergine, fino al giorno in cui viviamo, tranne la notte che la chiesa è chiusa, il santuario non rimase vuoto un momento, un momento solo, in tutto il rigore della parola. Nuestra Señora del Pilar non è mai stata sola. Nel piedistallo della statua, a furia di baci, s'è fatto un incavo nel quale può entrar la mia testa. Neanco gli Arabi non ebbero il coraggio di proibire il culto di Nuestra Señora: la cappella di San Giacomo fu sempre rispettata. È caduto molte volte il fulmine nella chiesa, accanto al santuario, e anche dentro, in mezzo alla gente affollata: ebbene, neghino le anime dannate la protezione della Madonna: non è mai sta-to col-pi-to nes-su-no! E le bombe dei Francesi? Ne hanno ben bruciati e rovinati degli edifizi; ma a cadere sulla chiesa di Nuestra Señora gli era come se cadessero sulle rocce della Serra Morena. E ai Francesi che fecero man bassa in ogni parte, gli è bastato il fegato di toccare i tesori di Nuestra Señora? Un solo generale si permise di prendere un gingillo per fare un regalo a sua moglie, offerendo in compenso alla Vergine un ricco donativo; ma sa che cosa gli è seguito? Alla prima battaglia una palla di cannone gli portò via una gamba. Non c'è barba di generale o di re che ne abbia mai imposto a Nuestra Señora. E poi è scritto lassù che questa chiesa durer
Le riportava a nome di sua madre come pur troppo le offerte per la dote monastica cadessero assai lente e leggiere dalla mano dei fedeli! quanto stento occorresse per raggiungere il compimento di quella benedettissima somma che da principio pareva un fatto di così tenue importanza e che in effetto era una speranza troppo avventata.
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