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Aggiornato: 2 giugno 2025
Rispetto al Bentivoglio, i collegati lasciarono lui, ed egli i collegati e con duri patti si compose col Borgia, che mallevati dal re di Francia, dal duca di Ferrara, e dai Fiorentini lo guarentirono meglio.
Fuor dai percossi fini Proromperò, indomato Dèmone; stenderò l'onda funesta Sui colli; segnerò l'ultimo fato All'ara, al trono, a questa Degna dei suoi destini Plebea ciurma di Borgia e di Tarquini! Dal trono de la gloria ove tu sei Ricca d'armi, di mente e di fortuna, Madre Italia, ricorda i figli miei, Ora che amor tutti i tuoi figli aduna.
I Fiorentini, che per non venire in uggia al Borgia ricerchi più volte dai ribelli si erano ricusati a fare causa comune con essi, dichiaravano al Valentino per bocca del Macchiavello: alle proteste di amore del Borgia credere quanto nel vangelo e più; e di questo avesse per pegno, che sollecitati a legarsi co' suoi nemici per abbatterlo avevano rifuggito sempre, e rifuggirebbero.
Ranke, il grande storico, è il primo a comprendere che il Principe, ispirato dai tempi, senza di essi diventa inintelligibile: s'accorge che non è un trattato e che il modello ne fu Cesare Borgia, ma finisce col credere che il Macchiavelli scrivendolo davvero per Lorenzo dei Medici, nella disperazione di rianimare l'Italia osasse così propinarle il veleno.
Ancora una volta essi furono molestati da Cesare Borgia; ma neanche a lui riuscì di espugnare la forte rocca di Bracciano e finalmente la morte di Alessandro liberò gli Orsini dagli imbarazzi.
Al tempo del terrore dei Borgia non passava notte che non si trovasse qualche ucciso nelle placide onde del fiume. Ma esso aveva trascinato al mare ne' suoi flutti fatali anche due imperatori romani, Massenzio e Massimo, un papa romano, Formoso, e le ceneri di Arnaldo da Brescia.
Avuto l'incarico dalla direzione, si mise al tavolino a fianco della vecchia scrivania del direttore e scrisse più di una colonna colorita, spigliata, nervosa, paragonando il violatore di fanciulle al Borgia crapulone.
83 La prima iscrizion ch'agli occhi occorre, con lungo onor Lucrezia Borgia noma, la cui bellezza ed onest
4 Veggo un'altra Genevra, pur uscita del medesmo sangue, e Iulia seco; veggo Ippolita Sforza, e la notrita Damigella rivulzia al sacro speco: veggo te, Emilia Pia, te, Margherita, ch'Angela Borgia e Graziosa hai teco. Con Ricciarda da Este ecco le belle Bianca e Diana, e l'altre lor sorelle.
Adesso il Borgia accenna alle Marche, alla Toscana tutta, a Bologna, a Urbino, e a Piombino. Da prima si volta contro Giovanni Bentivoglio, e lo vinceva, se non lo impediva Luigi XII a cui era cotesto signore raccomandato; non potendo cavarne tutto il vestimento, il Borgia per allora si contentò del mantello; volle Castel bolognese, e 1000 ducati all'anno, con 100 uomini d'arme e 2000 fanti pagati; poi minaccia Toscana, e ne corre le terre; pretesto allo assalto la licenza data al Rinuccio da Marciano che passò con la sua compagnia al servizio del Bentivoglio; Firenze con Pistola ribellata, il contado in ruina, strema di forze a cagione della guerra pisana poco schermo poteva fare se il Borgia chiamato a Napoli non avesse dovuto lasciarla stare pel momento; in passando assediò Piombino, il quale resistendo oltre il presagio, fu espugnato più tardi dai suoi luogotenenti. Reduce da Napoli, macchina la usurpazione del ducato di Urbino retto da Guidobaldo che per cotesti tempi fu una coppa di oro di principe, e lo sarebbe anco ai nostri per bont
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