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Aggiornato: 2 giugno 2025
Alessandro VI si trovò a due grandi alluvioni, nell'ottobre 1493 e il 5 decembre 1495. Poco dopo le onde del Tevere dovevano trasportare il cadavere del figlio di lui, duca di Candia. Suo fratello, Cesare Borgia, lo aveva fatto trucidare e gettare nel fiume; quel Cesare Borgia che aveva fatto precipitare dalle mura di Castel Sant'Angelo l'infelice Astorre Manfredi e tante altre vittime.
Furono accolti principalmente da Cosimo de' Medici e da Niccolò V, il quale morí poi due anni appresso, e, dicono, di dolore . Successegli Calisto III, uno spagnuolo, un primo Borgia, ottimo papa, che occupò il breve pontificato in confortar invano la cristianitá contro a' suoi nemici naturali. Volsesi poi tutto anch'egli a riunire e confortar contro a' turchi la cristianitá.
Torquemada morì in Roma nel 1467 e gli successe un altro spagnolo, Rodrigo Borgia, divenuto poi Alessandro VI. In Subiaco le preziose opere di stampa non ricordano il suo nome, ma lo ricorda la rocca del palazzo, a cui nel 1476 aggiunse un'ala sormontata dalla torre quadrata.
Tuttavia anco ad acquistare a quel modo ci voleva pecunia, e di molta, ed anco per la spesa di certa pompa regia, che ai Borgia piacque sempre sfoggiare un po' per talento, e un pò per politica, imperciocchè i panni rifacciano le stanghe, e il parere avvezza ad essere, ed educa altrui a riverirti.
Evidentemente questo racconto somministrava a Vittore Ugo la idea della scena dei cataletti nella Lucrezia Borgia.
Da quest'anno, famoso per la grande inondazione, al tempo di Alessandro VI Borgia, essa ha proceduto senza interruzione, poichè ogni nuova manifestazione della collera del fiume ha risollevato sempre il problema e ha dato origine a scritti sull'argomento.
Parola Del Giorno
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