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Agguantatevi! gridava a sua volta il giovane, e l'operazione restava un momento sospesa, i corpi dei marinai si curvavano, sparivano, incappellati dall'ondata, per rialzarsi poco dopo. Allora il lavoro era ripreso con nuova lena. Snodate come lunghe e nere serpi, le rizze in cavo erano passate e ripassate attorno alle áncore, tesate a ferro ed assicurate alle bitte.

Egli non mostrò curarsi molto delle altre signore che lo festeggiavano e andò diritto a stringere la mano di miss Yves. Violet era accesa in viso; i suoi dolci occhi non potean dirsi scintillanti, ma pur lucevano d'inusata luce. Il dott. Topler le sedette accanto e una bionda giovinetta della compagnia esclamò, battendo le mani, con una vocina brillante di riso: Oh prego, prego, bitte, bitte, guardate Violet! Vidi miss Yves arrossire ancor più e fare un atto d'impazienza, di rimprovero; udii il Topler prendersi beatamente, scherzando, tutto il merito di quei rossori, Violet disse certo alla sua giovane amica una parola acerba che non intesi, perchè la biondina fece un visetto mortificato e tutti tacquero. Io continuavo a camminare con un tal bollimento interno! Il dott. Topler alzò gli occhi, mi riconobbe e venne a me salutandomi in latino a braccia distese, come un vecchio amico. Diedi un'occhiata a Violet; ci fissava, pallida per la sorpresa. Gli altri pure ci guardavano curiosamente. Topler mi domandò se andassi a Monaco. Risposi ben chiaro e forte che non andavo a Monaco ma ad Eichstätt. Esclamazioni del signor Topler, Allora viaggiamo insieme! diss'egli. Misere cupis abire! Dobbiamo viaggiare insieme! E mi raccontò che andava ad Eichstätt anche lui con altri amici. Poi mi voltò le spalle e corse tentennando sulla sua mazza e il suo ombrello a edificar gli amici sul conto mio. Il giorno prima non avevo mancato di sfoggiar quanto latino e quanta letteratura tedesca avevo in testa e m'ero fatto di lui un ammiratore; adesso intesi da' suoi gesti che stava raccontando a miss Yves grandi cose di me. Miss Yves avea fatto un viso gelido, pareva ascoltarlo appena. Al momento della partenza l'altro signore le offerse il braccio, le tre dame o damigelle si avviarono insieme e Topler volle venire con me. Mi disse che dovevo assolutamente stare con lui, che aveva tante cose a domandarmi sull'Italia dove intendeva recarsi, per la terza volta, fra poco. Insomma mi trovai, senza la menoma indiscrezione da parte mia, in una stessa carrozza con miss Yves che era turbata quanto me, non volgeva mai il viso dalla mia parte. Pigliammo posto il più lontano possibile l'uno dall'altro. Le due amiche si guardavano sorridendo e poi guardavano me, come scusandosi per gli eccentrici modi del loro Schwabe. Mi dicevano con gli occhi: che ne penser

Io?... nulla rispose Gasparo sforzandosi d'esser calmo. Anzi mi dispiace di aver disturbato la bella conversazione.... Volevo dire solamente.... Ah, foleva dire qualcosa? Bitte... Prego... Parli.... Volevo dire che bisogna mancar d'ogni gentilezza d'animo per scagliarsi contro della gente che può esser stata illusa, che può aver sbagliato, ma che in ogni modo sacrificò la vita per un'idea....

Risollevandosi la prora si videro sul castello gruppi di marinai carponi, afferrati alle bitte, alle áncore, ai candelieri della battagliola; si udì la voce del comandante in seconda ordinare: Tutti via dal castello!... Alla lancia di salvataggio!...

Bitte... Prego... Der Herr... Il signore difende i Pandiera?... Ach sehr gut... Penissimo.... Un imperiale e reale ufficiale.... Io non entro nella questione, io non giudico il tentativo dei fratelli Bandiera e dei loro seguaci, ma ripeto, e l'esser ufficiale della marina austriaca non me ne toglie il diritto, che l'insultare alle tombe è vilt