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Hai bevuto l'acquavite?... ... ... Sono entrato dal tabaccaio... me l'hanno offerta... Dovresti almeno accontentarti del vino della mia cantina che bevi, di nascosto, oltre quello che ti do... Oh!... signor curato, creda... Ricordati che stai confessandoti... non commettere sacrilegio almeno.

È così dolce vivere il momento felice, con ingenua contentezza!... Chi te lo toglie, il filtro di bellezza che adesso bevi come bevi il vento?... Lo so: giostra, fanfara, lotteria, le arancie a un soldo, il ballo popolare.... Tutto questo, lo so, forse è volgare. .... Sta fra i semplici il gaudio, anima mia!...

Bevvi, contro la mia consuetudine, due o tre bicchieri del vino di Borgogna prescritto a Giuliana. Volli che ella anche bevesse qualche sorso di più. Ti senti un poco meglio; è vero? , . Se tu sarai obediente, io ti prometto che per Natale ti farò levare. Ci sono ancora dieci giorni. In dieci giorni, se tu vorrai, diventerai forte. Bevi ancora un sorso, Giuliana!

Bevi, bevi amico, la tua prudenza questa volta devi spegnerla nel vino; gridò il polacco. Un duello, un duello a morte col conte Sampieri; egli ha rapito la donna de' miei pensieri, ha rapito una fanciulla ingenua, onesta, innocente; io le farò giustizia, ma io solo, è un affare che mi riguarda ed i miei affari soglio farli da me. Amico, continuò rivolgendosi al francese, ti ringrazio del consiglio, la mia mente fu tanto dappoca da non suggerirmi un dovere sacrosanto; ringrazio pure la tua generosit

Era una morte quasi dolce, la ferita non le doleva più: distese le gambe, e la sua mano incontrò la testa ricciuta della bambina, che le si chinava sul grembo per prendere la tazza. Bevi, se non vuoi morire, diceva Bettina, tendendole la tazza alle labbra: ma dammi prima un cioccolatino. E il suo riso goloso diventava crudele nell'attesa. Non ne ho più; mormorò la morente.

Come ti senti? Bene. Ti bruciano gli occhi? No.... L'infiammazione cessa; tanto meglio.... mi raccomando, bevi la tua pozione, mangia le minestrine, e non agitarti; procura di dormire.... io me ne vado, tornerò stanotte. Grazie disse Leonardo rimango solo? Prima di rispondere, Agenore guardò Ernesta, la quale gli fe' cenno di non dir nulla.

Alla fine, bevi, bevi, una sbornia oggi, un'altra domani, rieccolo all'ospedale, col delirium tremens! Ben gli stia! diceva la gente pulita. Lasciatelo morire; meglio per lui e per noi. I dottori intanto volevano sperimentare non so qual nuovo rimedio trovato allora allora dalla scienza; tentare non nuoce, specialmente quando il male è assai grave; e tentarono.

Cataldo s'interruppe. Mi guardò, guardò il mio bicchiere, e mi fece: Ebbene, non bevi? Difatti, dimenticavo il delizioso vinetto bianco del mio amico. Bevvi. Cataldo riempì per la terza volta il suo bicchiere. Alla tua salute, Vittorio! Alla tua, Cataldo! Egli continuò: Un giorno, il povero Francescone sentì che la vita lo abbandonava.

NARTICOFORO. Tu intanto sei optumo in quanto non bevi; perché non tu assorbi il vino, ma il vino assorbe te, et ob id non sei tu, ma il vino che parla.

SENNIA. Lo nieghi ancora? MASTICA. L'arciniego ancora. Ti giuro per questo stomaco e questa gola come non so nulla di quanto dite. SENNIA. Dunque non sei stato tu? MASTICA. Voi proprio il dite. SENNIA. Cosí cotesto stomaco ti sia aperto e a cotesta gola ti sia posto un capestro dal boia, che non mangi bevi piú mai, come tu sei stato cagion d'ogni cosa!