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Rabbrividía come per febbre al fiero Parlar la diva, e da' superbi accenti Con la candida man schermía l'orecchie Inorridita; risposta alcuna Formar può, fuggire osa. Ben gli alti Gesti de la sua vita e il dir facondo E l'audace promessa a Dio giurata Vergognando rimembra, e non sa quale Fascino occulto or l'incateni innanzi A l'avversario suo feroce e bello. Dicea fra : Molti in virtù prestanti, Molti in bellezza e in favellar maestri Conobbi al mondo animi egregi; ha il cielo Angeli molti, a le cui rosee membra Vestimento è la luce e amplesso eterno La giovinezza; or qual virtù ha costui, Che mi svolge ed incatena il senno? Così pensando, a l'anima dubbiosa Fa forza; di rigore arma l'aspetto, Cerca austere parole, e questi invece Le vengono dal core umili accenti: Angelo, oh! soffri ch'io t'appelli ancora Co'l tuo nome perduto; e che ti giova Per questa ultima sfera ir pellegrino Qui dove segue a la fatica il pianto E ad entrambi la morte? Assai feroci Detti hai parlato or or; ma una parola Melodïosa, o che mi falli il senso, Una dolce parola anche dicesti, Che a perdonarti ogni fallir m'induce: Pianto ed amato hai tu? Radice ha in terra Ne l'empia terra anche ha radice amore? Oh! come il viver coi mortali il senno Pur dei forti travolge! Il paradiso Oblïato hai così? Non sai che vita E stanza e reggia ha solo in ciel l'amore? Vieni, oh! vieni con me! L

Come avevo potuto fino allora vivere di nulla al pari di una farfalla? Mi sembrava ora che il mondo fosse pieno di tante idee, di tante bellezze ignorate, di tante gioie austere e forti ed anche di sorrisi più intensi, più alati, più profondamente dolci di quelli a cui ero avvezza. Che cosa mi avevano annunciato tutti gli aprili della mia vita se non il ritorno dei fiori?

Era un irrompere di rose di tutti i toni, di tutti i colori, bianche, scarlatte, gialle, che si aggrovigliavano in libera scelta, ottenendo effetti impreveduti di contrasto e sinfonie armoniche che l'arte più sottile non avrebbe neppure immaginato e dietro a queste rose le alte querce si profilavano sulla trasparenza del ciclo, solenni e austere.

Vi prego dunque di rifar la via e andare altrove alla cerca". La scossa ricevuta e le austere parole che la seguirono sollevarono nel principe un certo orgasmo di dispetto e poiché alla indignazione univa il coraggio, rispose sullo stesso tono al suo interlocutore. "Non venni qui ad insultare, signor insolente ma ad ossequiare, e del vostro insulto se siete gentiluomo, me ne darete ragione.

Nella grande e strana dolcezza di quell'aprile, tutto il vasto parco era fiorito, fra la collina e il mare: i larghi viali dalle quercie austere, dai platani austeri, sotto l'arco verde oscuro dei loro rami, eran tutti biondeggianti di sottili raggi di sole, eran biondeggianti di piccoli e scherzosi occhi di sole. Lontano, nella gran rotonda luminosa era un cicalìo di bimbi e un cicalìo di passeri e il rombo sordo della citt

Attilio aveva fatta la dimanda: se le sentinelle erano a posto: il lume, dopo la risposta affermativa, aveva rischiarato le austere fisionomie dei nostri giovani, quando un fischio simile a sibilo di serpente fece risuonare le antiche volte dello speco.

Tutti i settarii, per un raffinamento di libertinaggio, s’imponevano privazioni di ogni genere, e affettavano in generale una noncuranza assoluta per tutte le cose materiali; ma ciò non era che la maschera della continenza, sotto la quale si sentivano più liberi per abbandonarsi alle loro passioni e dar briglia sciolta alla natura; le loro austere pratiche di devozione aggiungevano una specie di salsa piccante alle nascoste depravazioni.

Ed invero, laggiù tra le pareti ospitali di quella casa, in cui tutto spirava come un alito benefico di pace e tutto facea pensare all'esercizio costante di virtù pietose ed austere, egli trovò ancora una volta l'amico desiderato, pronto, indulgente: l'inestimabile amico dei giorni dolorosi. A lui egli aperse il suo cuore, provando la volutt

Guardando le stelle Immobili, austere, Guardando le nere Parvenze de l'ombra Che fugge, che vola, Io penso lei sola, Io vedo lei sola, Respiro lei sola, Ovunque presente Nel cielo, ne l'ombra, Ne l'aria fuggente, Ne l'ebbra mia mente, Io sento il suo cuore Che batte, che batte, Le voci sue rotte Che dicono: «Vieni, Cedo, vieni, vieniIl treno va e tuona.

Non tue le fervide De la scïenza Lotte severe: Non per te i palpiti, Non per te i sogni Di fedi austere: Non per te l’utili Opre del braccio.... Ma, solo, fiacco, Sfibrato, inutile, Pel nulla nato, Del nulla stracco, L’ultimo soffio De la tua vita Sterile e vana Darai a un gelido, Venale amplesso Di cortigiana.