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La sera partii da Toledo, col rammarico di non aver avuto tempo per vedere e rivedere tutto quello che v'è di antico e di mirabile; mitigato però questo rammarico, dal desiderio ardentissimo dell'Andalusia, che non mi lasciava un momento di pace. Ma per quanto tempo ebbi dinanzi agli occhi Toledo! Per quanto tempo vidi e sognai quelle roccie scoscese, quei muri enormi, quelle tetre strade, quel fantastico aspetto di citt

Manfredo, intanto che il Morone profferiva queste parole, lo stava guardando attonito, ed era pallido come un morto. Dopo qualche momento cambiò atteggiamento, e guardando il Morone come uomo che stia supplicando un suo superiore, e con voce quasi piangente: Sentite, Morone, io vi supplico come non ho mai supplicato nessuno al mondo, io vi scongiuro come si scongiura la croce nei più gravi travagli della vita; lasciate che io vada a Milano, si tratta di mia madre; voi l'avete conosciuta quell'infelice; voi sapete quanto abbia dovuto soffrire per me. Sovvengavi poi, oh! vi sovvenga, che fu un tempo nel quale avete amata quell'angelica e dolce creatura di un ardentissimo amore; voi eravate ben giovane ed ella ancor fanciulla. Vi muova dunque a piet

Ella avea voluto che Appiani ne fosse l'emulo; e Appiani obbedí. L'alacritá con cui egli si diede agli studi piú profondi dell'arte, l'amore infinito, ardentissimo del bello a cui educò la propria anima, il sentimento della delicatezza ch'egli si procacciò col culto delle maniere piú gentili, svilupparono ed accrebbero i doni della natura. I tempi favorivano l'ingegno.

La Battaglia di Benevento incontrò fortuna oltre il merito: di questa può dirsi, che fu quasi il Beniamino della critica, e fino ad oggi essa ebbe l'onore di ben quattordici edizioni: però in siffatta specie di trionfo letterario, nei tempi novissimi si levarono parole acerbe, come anche in Roma accadeva in ogni trionfo. Non avendo mai speso inchiostro a difendere il pregio degli scritti miei, non mi prende vaghezza d'incominciare a farlo adesso: dello ingegno giudichi ognuno come gli piace, dell'onor mio come deve. Tuttavolta se m'interdico dir bene dei miei scritti, prego licenza per dirne alcun poco di male. Rileggendo adesso la Battaglia di Benevento, parmi libro ardentissimo e non di bella fiamma: vi traspira dentro certo sgomento per nulla naturale alla et

Allora opposi gli occhi della mente a quelli del corpo, ma restaron subito occecati; e la mia continenza fu vinta dalla passione, fu mai possibile che si scancellasse quell'amorosa imagine che nel cuor s'era scolpita. Al fin, vedendo che con longa e ostinata resistenza non facea nulla, mi lasciai tutta brusciar di quel foco ardentissimo....

La sera colava il suo olio, dai bronzei riflessi di cangianti putredini, e le onde n'eran tutte impeciate... Burrasca! burrasca! mugghiavano i marinai. Vidi, attraverso i vetri, carene d'ebano angolose, fumanti come incudini, e, nella bruma, giganti fuligginosi che martellavano spade arrossate a un ardentissimo fuoco!

Madonna Fiola ascoltava attenta il marito e le lodi al cavaliere che aveva posto ardentissimo amore in lei le pungevano l’animo di compiacenza, quasi lodi fatte alla sua bellezza, se la sua bellezza aveva potuto accendere senza misura uomo cosí perfetto; e come le lusinghe della vanit

Fermiamoci un istante, prima di procedere alla chiusa del documento. È veramente curioso, ed è una prova della passione che altera tutti i giudizî relativi a Giuliano, che si possa accusare di intolleranza religiosa la sua legge, dopo una dichiarazione tanto esplicita e chiara. Intolleranza ci sarebbe stata, solo nel caso ch’egli avesse proibita la propaganda cristiana, ch’egli avesse posto ostacolo alla predicazione ed alla diffusione dei libri cristiani. Ma egli dice proprio l’opposto. Egli dice che le chiese dei Cristiani sono aperte ed esorta i loro maestri ad entrarvi per leggere coi fedeli i libri in cui sta la loro dottrina. Quando noi pensiamo che Giuliano era ardentissimo nell’amore della causa pagana e ch’egli era un imperatore onnipotente e che combatteva il Cristianesimo per ragioni dogmatiche, dobbiamo riconoscere che non solo non era intollerante, ma ch’egli ha dato un esempio veramente meraviglioso di tolleranza e che, per questo rispetto, egli offre la mano al mondo moderno, passando al di sopra del Medio Evo e dei secoli seguenti. Questa condotta di tolleranza assoluta è affermata anche nelle ultime parole della sua circolare. «Per quanto sta in me

Allorquando eran questi ancora nel massimo caldo della disputa, il Palavicino, che ne aveva compreso quanto bastava, tutto agitato da quel suo zelo ardentissimo pel paese e per gli Sforza, tentato, chi sa, da che inspirazione, trasse il campanello e chiamò il servo.

Il sole era ardentissimo, nella vasta piazza regnava un profondo silenzio, tutti gli occhi erano rivolti dalla stessa parte. Credo che in quei momenti ai miei compagni, come a me, batteva il cuore più forte. Aspettammo circa dieci minuti.