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Aggiornato: 7 giugno 2025
Adesso torniamo al Vicario. Egli giunse ansante, bagnato di sudore alla vicarìa: si pose a sedere con il Collaterale al fianco, notari, e copisti; fece rientrare sbirri, valletti, carnefice, e vittima, che fu portata a braccia col capo spenzoloni giù come ubbriaco.
Marzio conobbe come altri misteri di delitto rinchiudessero cotesti sotterranei oltre quelli che contemplava, e drizzò il volto dalla parte donde veniva la voce; ma Francesco Cènci sopraggiunge ansante in quel momento, e lancia contro il servo temuto uno sguardo pieno di bile e di sangue; sprillo di veleno uguale a quello che getta il rospo inacerbito.
Ed immediatamente il mio uscio fu aperto con impeto. E, senza farsi annunciare, senza bussare, senza chieder permesso, Max irruppe in camera tutto ansante, e mi prese nelle sue braccia. «Era dunque ancora lui, impetuoso, passionato, che non faceva mai nulla come gli altri. Non era vero ch'egli fosse mutato.
Ella si tirò indietro e chiuse il portone senza permettere a don Pio di entrare nell'ingresso buio, e salì le scale turbata, ansante, e solo quando fu nella quiete della sua camera e vide il suo bambino, che dormiva tranquillo, si sentì al sicuro.
Sovente la folla era così grande che la bambina non poteva passare; e doveva essere portata a braccia traverso la calca, ridendo dall'alto a tutti, e agitando le mani piene di fiori. Poi era uno stiparsi ed accalcarsi intorno alla carrozza. Nancy vi entrava dietro ad Anne-Marie come poteva, affannata e ansante, lagrimosa e ridente.
La ragazza, attenta a ogni suo movimento, gli sfuggiva, arrestandosi in tempo, girando pel verso opposto: pareva che facessero a rincorrersi come i bambini attorno a qualche mobile. Ma si stancò, e a lui venne fatto d'afferrarla per il lembo della veste: la strinse tra le braccia, mentr'essa ansante, arrovesciava la testa, e rideva sempre.
Chi è questa donna che sale, o, per dir meglio, che vola, sfiorando appena del piede e del lembo della sua veste gli scalini, e si ferma, si rannicchia spaurita, tremante, ansante, sul pianerottolo, vicino all'uscio semichiuso di Roberto Fenoglio?
Sfinito, col respiro ansante, col viso livido di pallore, il professore teneva china la testa sul petto e gli occhi socchiusi. Gli presi una mano; era diaccia come quella di un cadavere. Dopo alcuni istanti, però, egli si riaveva, alzava la fronte rugosa e mi guardava tentando di sorridere. È mai possibile? esclamai. Dubiti ancora! mi rimproverò.
Quando Margherita rientrò ansante per la corsa e si appressò alla culla, il bambino respirava a stento; le pupille gli erano un po' discese dalle palpebre, ma parevano anche più opache. Non parlarono. Margherita aveva scambiato un'occhiata con De Nittis, bianco nel volto come nei capelli, e colla barba non rasa da tre giorni, che gli faceva una fisonomia più ammalata.
Nora, accesa, rossa in viso, aveva le narici e le labbra frementi, il petto ansante e in mezzo alla fronte la piccola ruga sinistra, bianca e sottile come una cicatrice. Dio! Dio! Dio! Ma era vero? Era Nora, la Nori che parlava così? Tutto era finito? E nel suo cuore, nella sua mente, quella parola "finito! finito!" pareva ripetersi, diffondersi; pareva prorompere, ripercuotersi nel vuoto: Finito!
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