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Aggiornato: 24 giugno 2025
I caratteri, le pitture, i ragionamenti, i maneggi, gli amori, in tal metamorfosi mirabile quanto tutte quelle d'Ovidio, non mi parvero immeritevoli della fama; e certo il maggior scapito loro deriverá dal mio infelicissimo ingegno, non atto a fargli immortali. Dieci canti di questo libro furono da me scritti sette anni or saranno, vale a dire l'anno 1761.
PARDO. Ve l'ho dimandato, perché so che avete gran tempo seguita Sulpizia, la nostra vicina; e non vorrei, dopo aver sposata la mia figliuola, tornaste a lei, che mal agevolmente si scordano i primi amori. EROTICO. Se ben molte volte m'avete visto passar per costá, l'ho fatto piú per passatempo che per amor che portassi a Sulpizia; e vi giuro che mai mi piacque.
Ma quello che rade volte suole negli altri cosí fatti amori intervenire, in questo essendo avvenuto, non è senza dirlo da trapassare. Fu questo amor di Dante onestissimo, qual che delle parti, o forse amendue, fosse di ciò cagione.
Se gli antichi pastor di rose e fiori sparsero i tempii, e vaporar gli altari d'incenso a Pan, sol perchè dolci e cari avea fatto a le Ninfe i loro amori: quai fior degg'io Signor, quai deggio odori, sparger al nome vostro, che sian pari a i merti vostri, e tante, e così rari, ch'ognor spargete in me grazie e favori?
Hanno per argomento la storia degli amori di esso arciprete, mista di apologhi, di allegorie, di novelle, di frizzi, di satire, ed insieme di cose di religione; e vi trovi, con istrano abuso di personificazioni, condotti a comparsa certi personaggi che non ti saresti mai figurato di veder camminare sulle gambe; come a dire, donna Quaresima, don Digiuno, donna Colazione, don Dí di grasso e, insieme a questa bella brigata, anche l'illustrissimo don Amore.
Vado a prendere del bromuro di potassio. È la cura per i miei amori. 13 dicembre. Oggi fui in casa E. Per vedere le cose antiche sedevo sul tappeto ai piedi di una scansia: la signorina era vispa e spensierata, ma io sarei troppo vecchio per lei. 15 dicembre. Oggi prima di pranzo la mamma mi dice che Vittoria sposa un ingegnere e va a Merate, in campagna.
Dopo essere diventato coi vostri amori di montagna la favola di tutta Modena, pretendevate che niente giungesse, nemmeno l'eco delle vostre sciocchezze, all'orecchio di Elena? Pure, ella seppe dimenticare quella storia, poichè vi ha sposato. Date colpa a voi, se la vostra freddezza, il vostro essere sempre col pensiero altrove, hanno richiamato alla sua mente i discorsi di tutti.
La colpa era mia, non avendo io il coraggio necessario a spingermi fin dov'era possibile; la colpa era anche di Lidia, la quale, sorvolando ai miei mali dello spirito, aveva voluto giungere sùbito ai fatti, agli amori, alle donne, alle persone che da un istante all'altro ella poteva incontrare.
Ponetemi le mani al petto, ché troverete certe coselline d'oro, parte donatemi da voi e parte mie, segnali infelici per trovar il mio misero padre: vi priego a ripigliarvele e tenerle appresso di voi, accioché vi rinfreschino la memoria de' nostri amori.
La vista di quel ballo era la cosa più ghiotta della sagra, e i signori vi si disfacevano dalle risa. Essi vi adocchiavano le belle campagnuole, imparando a conoscere i loro amori. Onde accadeva sovente, che dopo quella e altre feste compagne, qualcuno di essi si mettesse di mezzo a far parentadi, tra giovani veduti appassionarsi in quegli strani convegni: e allora il più delle volte, virtù addio!
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