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Aggiornato: 24 giugno 2025
Sentivo dentro di me un bollore di sensazioni diverse, mille desiderii confusi, aspirazioni e bisogni contrari, e dovevo rinunziare ad ogni cosa. Amori sublimi ed eterei.... amplessi positivi e terreni, idealismo e realismo.... contessa e mugnaia, tutto m'era interdetto.
Ragioneremo, senz'odii nè amori di parte, cose meno gravi a udire che a dire; ma ci asterremo da ogni acerba parola. II. Prime mosse nazionali.
CINTIA. A che proposito? dubitate forse non si faccia l'ufficio cosí caldamente come desiate? ERASTO. Sapete che gli amanti intorno i loro amori credono solo al testimonio degli occhi loro. Fate, Cintio mio caro, ch'io non resti cosí defraudato d'un mio cosí ardente desiderio, e se amate la mia vita adopratevi per lei.
La commozione gli serrava la gola come in una morsa. Volle fuggire. Tutto parlava dei loro amori, dei dolci peccati... tutto; il camino specialmente. Ed ora... doveva rivederla... stecchita... su quel letto!... Gli avrebbe fatto troppo senso; avrebbe pianto troppo disperatamente... e Pietro che gi
La cosa era chiara; non poteva essere altrimenti; e qui taluno, di fantasia più ferace, rimpolpava di qualche particolare la chiacchiera, accennando, coll'aria di chi sa più che non voglia dire, a certo amorazzo di Spagna, e compiangendo sinceramente la povera signora Luisa, costretta a tenersi in casa quel frutto degli illeciti amori del vagabondo consorte.
Quello di Laurenti era stato uno di quegli amori poggiati sul falso, tormentosi come un cattivo sogno, che toccano talfiata, acerbo tirocinio del cuore, ai giovinetti inesperti.
Il duca di Vendôme viveva all’armata nella corruzione la più immonda, con i suoi familiari ed i suoi favoriti, senza arrossire dei suoi cattivi costumi e senza aver il pudore di nasconderli. Il gran Condè ebbe ugualmente a subire l’influenza perniciosa dell’esempio; essendo andato all’armata, ai tempi dei suoi amori con la signorina di Epernon «vi contrasse altri gusti
«Nel XVIII si raccontano gli amori di Panta e di Alfange; e di Dardagano e di Berenice.» Questo è l'argomento postovi dal Poeta. Le censure del Cavaliere d'Urfè sovra questo canto sono due.
Ah! sì, capisco, disse Fenoglio, tornando a respirare liberamente, io non debbo dir nulla. Non dubitate, sarò muto come una tromba.... cioè no, volevo dirle come una tomba. Che diamine! vedete mo' come talvolta ci tradisce la lingua. Non era vero niente; Roberto Fenoglio, rasserenato dalla piega che aveva preso il negozio, tornava ai suoi primi amori col bisticcio.
Ma i babbi son tutti tagliati ad una guisa; amano di vedere i loro figliuoli che tirano al sodo; e, quando ciò sia, non la guardano poi tanto nel sottile; anzi, voi li fareste maravigliare non poco, se vi metteste alla prova di persuader loro che ci possono essere altre fantasie, altre passioni, più pericolose delle scappatelle di gioventù, degli amori, dei debiti, e via dicendo; se faceste trapelare al loro miope affetto quali sopraccapi, ambizioni, e struggimenti, lavorino sotto l'intonaco di una vita assegnata, e che razza di granchi vivano e si moltiplichino, nelle acque in apparenza più chete.
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