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Aggiornato: 21 giugno 2025


Scesi a visitarla e rimasi stupito di trovarla priva di ogni ornamento; le pareti della sala, di forma circolare, abbastanza ampia, sono intonacate di bianco e perfettamente nude; non v'è un sarcofago, un monumento in marmo, e non vi si vedono intorno che delle iscrizioni, i cui caratteri uniformi appartengono al secolo XVII. Vi si leggono gli epitaffi di Marcantonio e della moglie Felice Orsini, di Ascanio e di Giovanna d'Aragona, suoi genitori; di Fabrizio e di Agnese di Montefeltro, suoi avi.

Agnese, con un moto irresistibile allungò il collo verso un cantuccio, in fondo della stanza, dove avevano messo il suo piattino... «Tata, Tatafece la Rosalia. «Andiamo a vedere che cosa la Santa avr

Ma quando si faceva buio e Agnese non vedeva nella stanzaccia altro che gli occhi lucenti del gatto, essa cominciava a disperarsi e si metteva a piangere, a strillare e non si acquietava fino a tanto che un calcio del babbo e il fiato caldo di Parigi, il cane volpino, che veniva a leccarle il viso, non l'avvertivano del ritorno della famiglia.

Eppure Agnese, o la bambinaia, come la chiamava la contessa Orsolina, aveva avuto in casa Portomanero i suoi giorni buoni di felicit

Il cuore gli batteva forte allo entrare nella camera dove il paggio gli disse di fermarsi e di attendere; ma ben più forte ebbe ad essere la sua commozione, allorquando, invece di Peretta o di Agnese, e’ vide venirgli incontro quella che il cuor suo desiderava, ma che mai avrebbe ardito sperare, la stessa Giovanna, la divina Giovanna.

Enrico IV, alla morte del padre Enrico III il Nero era restato fanciullo di cinque anni, sotto la tutela della madre Agnese, e la direzione dei vescovi. L'imperatrice si abbandonò tutta al vescovo Enrico di Augusta. Ella gli abbandonò il governo, e taluni dissero anche la persona.

Essi dormono ora: guardate che non si sveglino perchè vi ferirebbero a morteLa fanciulla, colpita da tali parole, e dal modo con cui venivano pronunziate, non potè trattener le lacrime. «Ah! è dunque verosclamò allora suor Agnese con tenerezza; «così giovine, ed essere infelice! Noi siamo adunque sorelle?

Nosoggiunse Emilia; «ma ho veduto la sua perfetta somiglianza. È impossibiledisse suor Agnese, che ora potremo chiamare la signora Laurentini. Era nel castello di Udolfocontinuò Emilia, guardandola fiso. Di Udolfoesclamò la signora Laurentini «di Udolfo in Italia? Precisamenterispose Emilia. Allora voi mi conoscete, e siete la figlia della marchesa

D'Ildebrandino parliamo per l'ultima volta. Prima che Oberto giungesse alla casetta di Agnese, egli moriva supplicando: Carit

Ugo, per tacere, si cacciò un pugno in bocca. Diceva l'uno: Adesso c'è su scomunica per tutti. Ohe, non ditelo, fratello, a mamma Agnese, se no ci troviamo giuntati anche di quel po' di cena, dopo una giornata d'arme come questa.

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