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Poco si sa sulle condizioni degli ebrei a Roma sotto i successivi imperatori. Quando Adriano ebbe di nuovo distrutto Gerusalemme e migliaia di ebrei furono venduti per suo ordine sui mercati della Siria, la colonia di Roma aumentò considerevolmente per le immigrazioni. Essa continuò ad abitare nel Trastevere. Il suo cimitero era situato dinanzi alla porta Portese, presso il Gianicolo; lo si scoprì nel XVII secolo. Gli ebrei ne possedevano un altro davanti alla porta Appia. Si può vederlo oggi presso S. Sebastiano, nella vigna Rondanini, dove è stato rimesso alla luce nel 1857. Si compone di catacombe che sembrano del III secolo e assomigliano in tutto nella loro disposizione a quelle cristiane di Roma. I sarcofaghi ebraici sono talvolta decorati d'imagini, vi si vede spesso scolpito il candelabro dai sette bracci. Gli epitaffi degni di nota non sono mai in ebraico, ma in latino od in greco, ciò che prova che gli ebrei di Roma in quell'epoca si erano appropriati la lingua che si parlava intorno a loro. Anche i morti di quelle catacombe devono avere appartenuto alle due sinagoghe di Roma, di cui la più antica fu fondata al tempo di Pompeo e la più recente era essenzialmente alessandrina. Disgraziatamente la storia degli ebrei a Roma in quel periodo è sepolta nell'oscurit

Scesi a visitarla e rimasi stupito di trovarla priva di ogni ornamento; le pareti della sala, di forma circolare, abbastanza ampia, sono intonacate di bianco e perfettamente nude; non v'è un sarcofago, un monumento in marmo, e non vi si vedono intorno che delle iscrizioni, i cui caratteri uniformi appartengono al secolo XVII. Vi si leggono gli epitaffi di Marcantonio e della moglie Felice Orsini, di Ascanio e di Giovanna d'Aragona, suoi genitori; di Fabrizio e di Agnese di Montefeltro, suoi avi.