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Aggiornato: 3 giugno 2025
Ella condusse, o per meglio dire, lasciò cadere la conversazione in modo che in breve tempo i suoi visitatori, uno ad uno, se n'andarono. Quando uscì l'ultimo il cuore mi batteva da spezzarsi. Se permette mi disse la signora vado ad avvertire mio marito. Rimasto solo con Violet, me le accostai rapidamente. Ella si alzò in piedi, mi piegò, abbracciandomi, la testa sul petto.
Soltanto dopo una mezz'ora all'angolo della 22^a strada e dell'ottava Avenue, scoprii, sulla soglia di una porta, un povero ragazzo irlandese col viso paonazzo, che, in attitudine sospetta, celava sotto la giacca la sua scatola di lustrascarpe. Mi accostai a quel povero ribelle e gli chiesi se aveva il coraggio di violare la legge.
Egli che tante e tante volte aveva scritto dalla Sicilia: spedirò in Italia, o è andato in Italia, intendendo parlare del continente italiano, in quella prima lettera dice, scherzando: "Vi voglio togliere da un errore. Voi credete che io sia in Italia: v'ingannate. Partii da Palermo e tutti mi diedero il buon viaggio per l'Italia; e sta bene. A Napoli accostai con Riso, Brancaccio, Cammerata etc. all'officina dei Pachetti, e ci chiesero ove volevamo andare. Risposi: a Genova. Pagai il mio biglietto in oro.... e ci augurarono il buon viaggio per l'Italia; e non ist
Allora rientrai nella camera, accostai una sedia al letto della malata, ed ella mi parlò di tal guisa: Io son figliuola d'un ricco possidente di Ascoli. Sposai da circa sette mesi un giovane che io amava con tutto il fervore dell'anima. Mio padre, uomo burbero e di principii severi, si era opposto a quelle nozze. Spiacevangli nel mio Carlo l'orgoglioso carattere, l'indole ardente, la tenacit
M'introdussero nel salotto stesso dell'altra volta e mi dissero di aspettare la signora, che sarebbe venuta subito. Non osai domandare di miss Yves. Vi era ancora il vaso di fiori, ma senza rose, stavolta; v'erano le fotografie. Solo le sedie non erano al posto di quel giorno. Mi accostai al tavolino. Sentivo ancora il profumo de' suoi capelli, mi serravo sul petto le sue mani gelate.
Con un sorriso quanto mai garbato e con maniere piene di rispetto mi accostai al suo divano:
Con una mano si tolse la sigaretta di bocca, esalò lentamente con voluttuosissimo godimento il fumo dalle labbra ristrette e dalle rosee narici, e aperse le braccia, ripetendo: Ferite! Sì, è vero dissi Se vi amassi in modo estremo.... Mi accostai, scartai con una mano la trina, appuntai lo spillone in direzione del cuore.... ... farei... così!
Ond'io me le accostai tenendo Ercole per mano e ciò valse a farle sollevare il capo sorridente. Quanta espressione in quel sorriso, e quanta leggiadria in quel volto! To' un bacio, le dissi e ritirando le sue lunghe anella appoggiai le labbra sulla sua fronte. La poveretta non rispondeva, ma ne pareva lietissima: e mi restituì il bacio senza schifilt
E, rilevandomi, accostai le mie labbra ai suoi cigli, le bagnai nel suo pianto, mentre le mie dita smarritamente la toccavano. Una pieghevolezza strana era venuta alle mie membra, una specie di fluidit
Accostai il mio al suo pallido labbro ella respirava ancora; le sollevai il capo, e lo appoggiai sui cuscini; poi cercai il suo cuore sotto le vesti discinte batteva agitato. Io era solo; volli chiamare e corsi per la camera istupidito. Passando innanzi ad uno specchio vidi la mia immagine e quella di Clelia uno spettro che errava intorno ad un cadavere.
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