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Aggiornato: 3 giugno 2025
A questo racconto straziante che egli aveva cercato di fare colla stessa bizzarra noncuranza, ma che involontariamente aveva strappato dal suo petto un singulto e fatto brillare sul suo ciglio una lagrima, io me gli accostai più da presso, e come a pagarlo di ciò che aveva sofferto, serrai le sue mani nelle mie.
«Pensate quale sarebbe stata la vostra gioia a vederla, Messere! Osservando che indugiava più che si convenisse, me gli accostai, e gli susurrai alle orecchie: Rammentatevi di vostro padre: si voltava impetuoso inseguendomi, ed io di stanza in istanza, come colui che gi
Abbracciai la testolina ricciuta della piccola Bianca, e la colmai di carezze." "Tant'è, non poteva dubitarne; Clelia mi nascondeva qualche cosa." "Una mattina Clelia tardò a levarsi di letto oltre l'usato. Me le accostai e le chiesi se mai ella non si sentisse bene. Mi rispose non sentirsi altro che un po' di languore.
Io dunque mi proposi di scoprir da me sola cosa faceva «la francesina» invece di dormire, e, venuta la notte, in punta di piedi uscii dalla mia camera, mi recai dietro l’uscio della camera di Odette. Accostai l’occhio alla serratura; tutto era spento, non udii che il suo respiro addormentato.
Risposi all'appello, e accostai l'orecchio alla parete. Voi non potete vedermi, io sì ella disse. Come mai? È un mio segreto. Davvero? Che faccio in questo momento? Avete preso in mano il calamaio. Rimasi interdetto! E ora? Vi siete sdraiato su la poltrona. Che occhi avete? In che modo potete vedere a traverso il muro? Vi basti esser certo che vedo. Mi mettete paura. Lo so.
Tutti questi pensieri turbinarono un brevissimo istante nel mio capo mi accostai a Clelia, e le dissi che avrei fatto il suo volere, che non era desiderio di contraddirmi, ma dolore di vederla così ingiusta verso un amico sincero che mi avea suggerito parole così aspre; mi perdonasse. Mi perdonò.
Dall'ultima volta ch'io mi accostai al tribunale di penitenza, cominciò il penitente con voce contrita, io non credo aver commesso verun di quei peccati che la chiesa dichiara mortali ma, in seguito ad alcune recenti peripezie, io mi sento oggi trascinato, ed ho anzi deliberato di compiere un enorme delitto. Vuol uccidere la moglie, pensò il visconte; è bene ch'io ne sia prevenuto.
E Beppe, alzatosi e camminando a lunghi passi per la cucina, continuava: A questo dubbio che mi afferrò per il collo come una tenaglia rovente, restar un minuto ancora immobile e allo scuro, sarebbe stato lo stesso che morire. Balzai dal letto, accesi il lume, lo accostai a Gina e la fissai... chi sa come, in faccia.
Mi lasciai guidare senza resistere per entro una fitta macchia di caprifoglio nè sapea dire a me stesso che cosa andassi a fare, nè comprendere quale misterioso fascino mi attraesse mio malgrado. Mossi alcun poco sopra una via scabra, e scorsi a me d'innanzi, non più lungi d'un trar di sasso, un'ombra. Mi accostai.
Le ore corsero veloci; io ne udiva ad ogni tratto i rintocchi agli orologi delle chiese d'improvviso mi parve udire una parola pronunziata a bassa voce mi rivolsi come per rispondere; e allora conobbi che quella voce veniva dal letto di Clelia. Me le accostai. Dormiva... agitava le labbra... sognava forse di me, e un sorriso animava il suo volto.
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