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Non versò, parlando, una lagrima sola, ma tutta la povera rosa perì, e sulla fine, le convulse mani che l'avevano unita si stringevano a vuoto come in delirio. Io le raccolsi, le chiusi nelle mie, le serrai sul mio petto, dissi piano qualche parola di conforto. Mi parve che la cara persona si elettrizzasse tutta, che piegasse a me, che gli occhi avessero un lampo di sereno. Le bambine la chiamarono in quel momento: miss! miss! Ella ritirò le mani e accennò che tacessero; non ci fu verso, dovette alzarsi, trascinarsi a stento fino a loro. Mi alzai pure. L'avevo confortata, ma col petto oppresso da un dolor mortale. Mi posi a camminar lentamente su e giù per la stanza, e feci alquanti giri prima d'accorgermi che miss Yves era ancora l

Sei stanze mi serrai dietro a chiavistello, furono le prime parole del Lautrec, e questa non mette capo a nessun luogo; siam dunque soli, soli, affatto soli! Pronunciando queste parole con quella sua voce nasale e tremenda, guardò fisso la duchessa pei fori della buffa che non alzò. Con tutti i modi avrebbe voluto atterrirla, fuorchè collo spettacolo della sua laida bruttezza.

Corsi lo steccato: trovai il cavallo, mi serrai su quello. Ad un tratto mi soccorse un pensiero: Mi riconoscer

In quell'istante, mentr'ero curvo su di Lidia e le mie labbra toccavan quasi la ricca massa de' suoi capelli, mi passò innanzi agli occhi rapidissima una visione informe e tronca di quelle donne che avevo incontrate al ballo; parevano riunite in gruppo e perciò non riuscivo a distinguer l'una dall'altra, ma vedevo capelli bruni, occhi neri, busti scollati e ritti; serrai le palpebre e la visione passò.

A questo racconto straziante che egli aveva cercato di fare colla stessa bizzarra noncuranza, ma che involontariamente aveva strappato dal suo petto un singulto e fatto brillare sul suo ciglio una lagrima, io me gli accostai più da presso, e come a pagarlo di ciò che aveva sofferto, serrai le sue mani nelle mie.

Brillò un lume, di fuori, a un tratto: di faccia al nostro balcone al primo piano s'accendeva il fanale al cantone. Arrossato nel volto da quell'improvviso fuoco esteriore, ritto rimpetto a me, Barra mi stendeva le mani. Io le presi e le serrai, muto. Ma che hai? mi ripetette Tu tremi?... Tu hai le mani gelate! Balbettai: Senti... Credevo... M'era parso che tu sapessi... Ebbene? Che cosa?...

SANTINA. Lo so meglio di te, non bisognaria che lo dicessi a me. GERASTO.... e v'ho fatto mille tradimenti per averle le mani adosso.... SANTINA. Ma poco ti ha valuto. GERASTO.... Oggi vedendo l'occasione che la casa andava sozzopra, la feci prender da certi amici e la feci condurre in questa camera terrena oscura, e io mi serrai con lei.