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«O Emiliaesclamò ella, «io sono la donna più infelice! Vengo trattata in un modo barbaro! Chi l'avrebbe preveduto, quando aveva dinanzi a me una bella prospettiva, che proverei un destino così terribile? Chi avrebbe creduto, allorchè sposai un uomo come Montoni, che mi sarei avvelenata la vita? Non c'è mezzo d'indovinare il miglior partito da prendere; non ve n'ha per riconoscere il vero bene. Le speranze più lusinghiere c'ingannano, ingannando così anche i più saggi. Chi avrebbe preveduto, quando sposai Montoni, che mi pentirei così presto della mia generosit

, continuò poi. Io sposai don Francesco soltanto per obbedire a mio padre moribondo, quasi forzatamente. Federico, che avevo amato tanto, che a prezzo del suo sangue mi aveva salvata la vita, che mio padre aveva quasi esortato a recarsi a Lepanto, ove io lo credeva morto, era posto tra me e don Francesco. E ciò non bastava; il carattere del duca, il suo proposito di volermi soggiogare facevano il resto. Mi rammento queste parole, che egli mi disse quasi subito dopo avermi sposata, vedendomi pensierosa e triste: Ciò che soffrii da donna Livia del Faro nol soffrirò da mia moglie. La vostra tristezza mi offende; vi amo molto, ma alfine son vostro marito e comprendete..... Questo discorso non mi sorprese; io avevo gi

La donna che sposai mi ebbe in sua casa ferito dopo Lepanto.... mi amava.... le dovevo molta riconoscenza: io non ebbi, lo confesso, il coraggio di rinunciare eternamente all'amore!... La duchessa non rispose: pensò che un tal coraggio ella lo avrebbe avuto.

Dunque, disse il conte alzandosi, fra qualche giorno partiremo insieme. E dopo aver salutata Camilla, e stretta nuovamente la mano dell'ufficiale, escì. Quando furono soli, Federico si volse a sua moglie; la fissò qualche momento senza profferir parola, come attendesse da lei una spiegazione, indi: Perchè quando vi sposai non mi svelaste il segreto? Il suo accento era più triste che severo.

Allora rientrai nella camera, accostai una sedia al letto della malata, ed ella mi parlò di tal guisa: Io son figliuola d'un ricco possidente di Ascoli. Sposai da circa sette mesi un giovane che io amava con tutto il fervore dell'anima. Mio padre, uomo burbero e di principii severi, si era opposto a quelle nozze. Spiacevangli nel mio Carlo l'orgoglioso carattere, l'indole ardente, la tenacit

Era caduta rovesciata all'indietro sulla sua seggiola. Credeva fosse quasi guarita... disse don Francesco. Ma che devo fare? Ah , mi rammento, il giorno che la sposai potei farla rinsensare soltanto col gettarle in viso dell'acqua; eccone l

Mi giudichi male. Tutta la mia vita sta a dimostrare che sono un uomo disinteressato. La stessa mia rinuncia al grado e all'impiego, per ridurmi a vivere con quel poco che posseggo, e che spendo in gran parte per soddisfare una passione di viaggi istruttivi, è una prova di disinteresse. Ma ti dirò una cosa che non sai. Sono celibe perchè non ho potuto sposare, anni fa, una fanciulla che amavo e ch'era povera. E non la sposai perchè ella, lealmente, mi disse che amava gi

»Un amore insensato, violento fu la prima causa de' miei mali; per esso io perdetti famiglia, averi; dovetti rinunziare ad un nome illustre.... E quella donna, cui avevo tutto sacrificato, benchè non sapessi allora quando la sposai di essere così terribilmente punito; quella donna, la madre de' miei figli... io vi dissi che mi fu infedele, ma non vi narrai ancora in qual modo...

Mi mandò mio padre con trecento scudi in Constantinopoli, per lo vostro riscatto. Venni in Vineggia per imbarcarmi per colá, e m'innamorai di una giovane bellissima, spesi i trecento ducati nel suo riscatto, la sposai, tornai a Nola, e diedi ad intendere a mio padre che voi eravate morta, e che avea riscattata Cleria, la mia sorella.