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Aggiornato: 18 luglio 2025
Qui viene un passo veramente curioso ed istruttivo sulle intenzioni e sull’animo di Giuliano. Non è a dire che gli Antiochesi avessero contro di lui una prevenzione sfavorevole o che gli negassero l’applauso. È proprio che fra lui e gli Antiochesi esisteva un dissenso profondo. Essi non entravano affatto nello spirito della riforma religiosa che tanto gli stava a cuore e che, anzi, costituiva l’obbiettivo supremo del suo regno. Quando egli entrava nei templi la folla lo seguiva e lo accompagnava di grida e di applausi. Ma Giuliano era assai più colpito della mancanza di rispetto verso il luogo sacro che della festosa accoglienza che riceveva, e, invece di ringraziare il popolo, lo rimproverava. Gli scettici Antiochesi, veri figli di una civilt
Quannu iddu m'ha dittu ca p'aviri bona accoglienza da parti di tutti, ssi differenzi, unn'è ca sunnu, li voli corrèggiri.... mi capiti... assegni.... doti..... Ah, persona... grande, allora! No no, mi pari spertu! Eh gi
Il Conte Raimondo, che, per godere di un solo sguardo la festa, s'era messo a sedere sopra un luogo elevato a guisa di trono apprestatogli nella parte principale della sala, appena vide il romeo che si avanzava, scese, e andatogli incontro gli fece grata accoglienza, dicendo: «Bel pellegrino, voi siete il molto ben venuto in nostra corte; disponete a modo vostro di tutto quello che vi aggrada, perchè intendiamo che ne siate come signore, e padrone.»
Scriveva quindi lo Zeno il 30 di maggio 1472 al capitano generale Pietro Mocenigo, essere egli arrivato in Tauris al 30 aprile, aver trovata la più liberale accoglienza dal re e dalla regina, e la migliore disposizione di muovere nella Caramania e verso le coste contro gli Ottomani. E pregava il capitano generale di accordare passaggio ad un nuovo legato persiano, che Uzunhasan spediva a Venezia.
E il suo cuore si rinchiuse in sè stesso, e quand'egli si precipitò nella stanza, le sue labbra non trovarono che un freddo saluto, le sue mani, le ceree mani dimagrite, ricambiarono mollemente la stretta vigorosa dell'amico, reduce dopo circa tre mesi di lontananza. Teresa, che cos'avete? egli le domandò turbato, più che dalla strana accoglienza, dall'aspetto mutato e sofferente di lei.
La tolse da quella sorta di rapimento la voce grossa del signor Fedele, che veniva di stanza in stanza, approssimandosi con certi oh! lunghi e pieni di reverenza; e indi a poco comparì egli stesso frettoloso e grave, col dorso ossequente, e con una mano tesa ad una accoglienza rispettosa, coll'altra acconciandosi tra l'orecchio e la tempia una grossa penna di pollo d'India.
Utilizzata o no la vittoria del 30 aprile si doveva capire che i francesi avrebbero voluto prendere la rivincita; meglio era dunque trarre partito della giornata, annientare il primo corpo di spedizione, circondando di una aureola gloriosa i difensori di Roma, ammirati da tutta Europa, poi prepararsi a far degna accoglienza al secondo corpo di spedizione, che la Francia ostinata nel volere ristaurato il potere dei papi ed ormai impegnata, avrebbe senza ritardo ordinato.
Confessi, signor duca, osservò la sottoprefetessa, ch'Ella è innamorato del discorso ed anche dell'oratore. Sì, non lo nego, ho trovato del buono nell'uno e nell'altro. E poi, quella cortese accoglienza del refettorio, mi ha messo di buon umore, mi ha fatto parer grazioso, tollerabile, anche quel branco di matti. Saluteremo dunque un nuovo frate di San Bruno? domandò la signora Morselli.
60 Con accoglienza grata il cavalliero fu dai santi alloggiato in una stanza; fu provisto in un'altra al suo destriero di buona biada, che gli fu a bastanza. De' frutti a lui del paradiso diero, di tal sapor, ch'a suo giudicio, sanza scusa non sono i duo primi parenti, se per quei fur sì poco ubbidienti.
Or mentre una sì lieta accoglienza li accompagnava fino alla porta della citt
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