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Aggiornato: 18 giugno 2025
La povera madre non osava di piangere forte, di gridare: Figlia, figlioletta mia! per non irritare di più il marito che bestemmiava e brontolava l'ingiuria contro quel porcile e i signori che lo abitavano; ed erano veri, verissimi porci... Sì, signor brigadiere!
Morto Suleiman nel 1692 e succedutogli Husein, la repubblica mandò al nuovo re, colle lettere di congratulazione, le più vive raccomandazioni in favore dei cristiani che abitavano nella Persia; le quali furono riscontrate con termini di adesione e di ringraziamento, e con espressioni di augurio pel mantenimento della stretta colleganza fra i due Stati.
La Nencia e Vendifumo abitavano pure in quei caseggiati. Una notte, mentre Lucertolo, libero dal servizio, dormiva la grossa, contento della scoperta che aveva coronato i suoi sforzi e alla vigilia di partire alla volta di Pisa ad ottenere la liberazione di Nello, la Nencia e il suo compare, che covavano da lungo tempo il loro disegno, decisero di mandarlo ad effetto.
Nel piano di sotto abitavano i padroni di casa, certi Feana, oriundi piemontesi, moglie e tre figliuoli, più una vedova sulla quarantina, che il signor Giacinto Feana chiamava sempre la cognata sofferente.
Come passasse quella notte per la Teresa e la figliuola, io nol dirò, ma venuta la mattina, e non vedendo comparir nè Giovanni, nè Damiano, come ancora, senza dirselo, speravano, esse cominciarono a credere che non si trattasse di piccola cosa, secondo quel che aveva raccontato Giovanni. E, come avviene, le incertezze crescevano i terrori. Più tardi, non sapendo che ben fare, la povera donna era ita a raccontar la sua disgrazia e a raccomandarsi al vecchio curato di san Calimero, che le aveva sempre dimostrata non so quale premura, fin dal tempo che abitavano in Quadronno. Fu verso la sera dello stesso lunedì che la Stella credè bene di mettere a parte di quella trista vicenda il fratello abate; e come, l
Immaginatevi tre o quattro mila tende, disposte nel massimo disordine, secondo il capriccio di coloro che le abitavano, ritte o atterrate, lacerate o rattoppate, bianche o dipinte, alcune aggruppate strettamente, altre separate da centinaia e centinaia di piedi, arrampicantesi sulle colline sabbiose o sui pendii di aridissime rupi.
Due persone abitavano quivi di continuo, e queste si erano la moglie ed una figlia di Falco; imperocchè egli ne stava il più de' giorni lontano, e solo dopo lunghe corse, dopo dati e sostenuti feroci assalti, molte fiate nel cuor della notte remigava alla sua rupe, e saliva al suo abituro talora carico di preda, e talora grondante di sangue e anelante per la fatica e la foga degli sfuggiti perseguimenti. Col
Volpone codardo, come lo sono generalmente i birri di qualunque despotismo, non fidandosi di star di notte nella sua stanza giacchè tanti rompicolli, prigionieri o liberi abitavano il castello per lo più passava la maggior parte di quella con un suo famiglio, abitante la sommit
²⁸⁷ Protonotaro del Regno: Indici d’Investiture voll. 1881-1883. Nel R. Archivio di Stato di Palermo. ²⁸⁸ Provviste del Senato, a. 1798-99, p. 733. Come in Palermo, così a Messina, in Catania, in Siracusa, questi titolati abitavano palazzi da gran signori; ma la loro signoria era esercitata nell’interno dell’Isola.
Abitavano un modesto quartierino sotto a quello dello Striati: Nino, il dopo desinare, soleva leggere nel terrazzino, pigliando il fresco; anche la fanciulla prese a poco a poco l'abitudine di lavorare nel suo: cominciò un ricambio di sguardi furtivi e timidi in principio, più arditi in seguito, carezzevoli e tenerissimi in ultimo: fu così che il giovine impiegò due mesi a leggere un opuscoletto d'agricoltura, Serafina quasi altrettanto a ricamare un par di pianelle che voleva regalare alla mamma.
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