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Con questo pensiero si addormentò tranquillamente, e si svegliò la mattina dopo con questo pensiero medesimo. Ancorchè il suo raffreddore non fosse sparito interamente, si alzò presto, e sua prima cura fu di farsi portare il ritratto da mandare a Giorgio. E se vi facessi scrivere a Lalla, colle zampine di mosca, il suo nome sotto?... Certo gli riuscirebbe più gradita l'improvvisata!...

"No, davvero!" rispose sollecitamente Alice, e mutando argomento, soggiunse. "Dica, le piacciono forse le piacciono i i cani?" Il Sorcio non rispose, e Alice seguitò così. "Vicino a casa nostra, c'è un bellissimo cagnolino, se lo vedesse! È un canbassetto con certi belli occhi luccicanti, e col pelo cenerino, arricciato e lungo! Ei busca, benissimo le cose che gli si gittano, e siede sulle zampine di dietro per pitoccare il suo desinaruccio, e fa tante altre belle cosettine non potrei neppure rammentarne la met

Sbucava sollecito dal suo capannuccio, si arrampicava sull'albero, e andava a spiccare i tapinelli, badando a non strappar loro le penne maestre; ripuliva dal vischio le loro graziose zampine, e li rimandava con Dio, in nome di quella bellissima dama che era sparita pur dianzi. Poco stante capitava il babbo. Orbene, non c'è stato nulla?

Aveva anche un altro difetto: quello della gola, e quando sapeva di non esser visto, rubava dalla dispensa ora un pezzo di prosciutto, ora un dolce, ora un'ala di pollo. La gente di servizio avrebbe pur voluto gastigarlo, ma egli era così accorto e sapeva reggersi con tanta grazia sulle zampine di dietro, che le busse andavano a finire in carezze, e spesso in nuove ghiottonerie.

Le trecce dell'acqua sembrano cavi metallici. Strappano le mie gambe gelate. Sento sulle ginocchia le zampine tremanti gelatissime della mia Zaz

La è una bestiolina tanto carina e quietina," e nuotando svogliatamente e parlando talvolta a stessa, continuava Alice, "e fa le fusa per benino quando giace accoccolata presso al focolare, leccandosi le zampine e nettandosi la faccia e l'è tanto soffice e soave alle carezze e l'è proprio un paladino nell'afferrare i sorci oh mi perdoni!" sclamò di nuovo Alice perchè questa volta il Sorcio aveva il pelo tutto arruffato, e sembrava offeso immensamente, "Noi non ne parleremo più se ciò le incresce."

E venni a te, cappelletta sulla montagna. Tu vegliavi i morti, i morti nel povero cimitero, ove il mattino portava sul vento della marina il fumo delle fervide industrie, ove alla sera le aliuzze stridenti degli acridi tra l'erbe turbavano il lontano soavissimo bacio dell'onda. Io non so chi vi pregava, o morti; so che non vidi mai fiore, lumicino, croce, so che la requie è squallida tra la vastissima vita, so che il sospiro di un moribondo corrisponde al gorgoglio della spuma perdentesi tra la ghiaia, allo sfaldarsi di un sasso, al battere delle zampine di un insetto, all'aprirsi di una corolla al raggio mattutino. Dico la vita, e intendo quella della natura tutta, che opera dalla polvere dell'ossa del primo animale al fremito della fecondazione nell'imminenza di questo minuto in cui voi coordinate il suono di due lettere; la vita che fu, che sar