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Poi facciamo una corsa di due ore, in carrozza, descrivendo un immenso zig-zag sulla destra della Senna, per veder circolare la vita nelle arterie minori di Parigi. Rivedo con vivo piacere quel verdeggiante e splendido boulevard di Sebastopoli e di Strasburgo, che par fatto per il passaggio trionfale d'un esercito, e quella infinita via Lafayette, in cui le due striscie nere della folla si perdono allo sguardo in una lontananza vaporosa dove pare che cominci un'altra metropoli. Ripasso per quelle smisurate spaccature di Parigi, che si chiamano il boulevard Haussman, il boulevard Malesherbes, il boulevard Magenta, il boulevard Principe Eugenio, in cui si sprofonda lo sguardo con un fremito, come in un abisso, afferrando per un braccio il compagno. Andiamo al Rondpoint de l'Etoile a veder fuggire in tutte le direzioni, come una corona di raggi, le grandi vie che dividono in una rosa di quattordici allegri quartieri triangolari la decima parte di Parigi. Ritorniamo nel cuore della citt

L'ampio locale era abbellito con frasche di semprevivi, con tappeti e con tende, vecchie e stinte, che di sera facevano ancor buona figura, ed era illuminato da lucerne di diverse epoche e di diverso sistema, candelabri scompagnati alti e bassi e, all'intorno, attaccati al muro con cordicelle, a due a due, tutti i fanali delle carrozze, lustri e belli che parevano di argento. Il rinfresco doveva consistere in una focaccia, paste, caffè, liquori, vino rosso, Asti spumante e castagne a lesso e arrosto; ma il cuoco, d'accordo colla Luigia, aveva preparato una sorpresa; il suo regalo di nozze agli sposi; un enorme tacchino farcito e un croccante, rappresentante la torre di Sebastopoli, che teneva chiuso fra le mura il solito canarino. Don Vincenzo, richiesto, aveva ceduta per la festa e fatta trasportare a proprie spese la spinetta del Coro, e l'organista, che era anche maestro di scuola, veterinario, amico del sindaco, di Ambrogio, del signor Niso e nemico dichiarato del medico, suonava, con maggiore agilit

Ma ecco senz'altro le parole del generale. "Avevo vent'anni. Sotto le mura di Sebastopoli la vita andava con un treno d'inferno: guerra, gioco e vino. Ci si coricava senza sapere se al domani si avrebbe potuto fare lo stesso, incerti d'ogni ora, d'ogni minuto, avendo la morte sulla soglia e bivaccando nelle nostre tende con una spensieratezza fatalistica per cui qualcuno di noi perdeva in una notte met

Anche il canarino, il canarino prigioniero nella torre del croccante, giocò alla signora Veronica un tiro birbone. Appena demolita Sebastopoli, l'uccelletto, fra le risa e le grida dell'allegra comitiva, uscì vivo di sotto i minuzzoli e andò a svolazzare attorno al soffitto. Allora gli uomini, che volevano lasciar la mano alle signore, rimasero fermi, mentre la parte gentile della brigata, in sciame, correva di qua e di l