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Luigia tacque ma provò nel suo cuore un sentimento di ribellione.

Lorenzo fu addirittura buttato da una parte, e allora Lalla, la Nena, la Giulia e la Luigia, delicatamente, levando uno dopo l'altro i larghi fogli di carta bianca che erano stesi sull'abito, lo scoprirono nel suo intatto splendore.

Quando rinvenne, si trovò adagiata, distesa sul canapè del salotto: don Gregorio era solo con lei. Il buon vecchio, che ormai aveva tutto compreso, avea saputo con un pretesto allontanare anche la Luigia, temendo che Maria, nello stato in cui si trovava, potesse perdersi con qualche parola imprudente.

Il buon Ambrogio era dolente e insieme anche un po' mortificato: la duchessina partiva senza neppure salutarlo. Egli si teneva in disparte, sotto il portico, fra Sandro e la Luigia, fissando, ammirando la signorina, che non stava mai ferma nella carrozza. Lalla si voltava di qua, di l

Si baciavano per mordersi, si tiravano dietro i guanciali, le vesti, tutto quanto capitava loro fra le mani; poi ad un tratto spensero i lumi, ebbero paura, chiamarono in aiuto la Nena e la Luigia, e non si calmarono finchè non furono tanto stanche di ridere, di gridare, di correre, da non poterne più!... L'indomani Maria si alzò prestissimo; non aveva potuto chiuder occhio in tutta la notte.

Poi colla Giulia, miss Dill, la Luigia, la Nena e colla marchesa di Genova, che si trovava avvolta, presa, spinta da quella folata di ragazze, senza capire un ette di ciò ch'era avvenuto, Lalla seguì Lorenzo, che adesso portava lui la cassetta sulle spalle.

Procolo coi due camerati, un paio d'altri amici e suo padre precedeva di venti passi Luigia e le donne: che, affrettando il passo per la strada un po' fangosa e fredda, incespicavano contro le pietre e sudavano dal capo alle piante. Esse non ciarlavano molto: avevano fame ed erano stanche.

La cucina restò deserta, nel suo disordine, piena di fumo e d'aria calda. S'avvicinava il momento solenne: il rustico talamo chiamava i due sposi per iniziarli alle sue delizie. Luigia tornò dall'aver condotto i suoi fino al portone di strada: depose il lumicino alla tavola e gettò un sospiro. Ella sentiva un penoso malessere, un'angoscia indefinibile, una paura strana: l'ignoto che stava per affrontare la sgomentava. Attese che Procolo dicesse la prima parola. Pap

Si spogliò in fretta, e intanto, finchè la Luigia le teneva sollevata la sottana perchè Lalla l'infilasse passandovi sotto col capo, risero tutte allegramente, vedendo quella sposina che, mezzo svestita, in gonnella corta, pareva ancora più piccolina: pareva una Giovanna d'Arco in miniatura!...

Poi camminando all'indietro, e intercalando quella marcia retrograda con riverenze da minuetto, uscì dal salotto. La principessa e il prelato rimasero soli. Regnò qualche momento di silenzio. Monsignor Pagni fu il primo a romperlo, dicendo: È qualche tempo ch'io vedo una nube sulla fronte della mia cara cugina. Luigia, v'è qualche cosa che vi addolora. Nulla; v'ingannate, monsignore.