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Ma Peg aiutò a chiudere le valigie, e a portarle giù nella carrozza, e corse con Minna su e giù per le scale in cerca dei pacchi smarriti e degli oggetti dimenticati.

La contemplava con occhi rapiti quando parlava coi fornitori e coi vicini; e la seguiva di stanza in stanza quando essa spazzava e faceva i letti. Minna portava delle vesti scollate, e intorno al collo un nastrino di velluto nero e una fila di perle azzurre. Agli occhi di Anne-Marie, Minna rappresentava la perfetta bellezza muliebre.

Ma Anne-Marie era la creatura del suo ambiente. Anne-Marie metteva degli abiti foggiati e cuciti da Minna; e portava in testa un piccolo e piatto cappello rosa che pareva un coperchietto. Anne-Marie aveva parlato italiano come una principessina di Toscana; ma il suo inglese, imparato dai tedesco-americani della Settima Avenue e dell'82.ma Strada, era un idioma orrido e grottesco.

Dunque, in questo libro, in mezzo al più bello dei racconti di fate, ecco che qualcuno è venuto a fare dei brutti sgorbi, a scrivere delle parole comiche e insensate.... come.... come «butter-bread»! Chi ha fatto questo? disse Anne-Marie. Ma, non so!... Minna.... Perchè gliel'hai prestato? disse la piccola, facendo un gesto col capo che la faceva somigliare a suo padre.

E quanti furono allora i pezzi di zucchero e le fette di burro che Minna tolse la sera dall'armadio della sua zia Schmidl, per deporli la mattina, quale sacrificio propiziatorio, sulla magra tavola dei Della Rocca!

Poi non ne parlò più affatto. Minna girò per la casa con gli occhi rossi e il naso gonfio, e dopo qualche giorno i conti della spesa giornaliera segnarono un inverosimile rialzo. Nancy pagò tutti i suoi debiti; comprò delle vesti per e per Anne-Marie, e diede congedo a Mrs Johnson.

La loro fragile, stravagante bellezza le sollevò lo spirito dalla polvere in cui era prostrata. Entrò rapida nella sua camera, sfuggendo Minna che era in cucina lavando con fracasso i piatti. Chiuse a chiave la porta della sua stanza, e sedette accanto al letto. Tolse la carta velina che li avvolgeva, e i meravigliosi fiori, roridi e scintillanti, la salutarono con tremolìo soave.

In breve lasciarono il tetto meschino e ospitaliero di Frau Schmidl e, per allontanarsi un poco dal quartiere dei negri, presero un piccolo appartamento nell'82.ma Strada. Una nipote di Frau Schmidl, per nome Minna, veniva a fare il lavoro di casa e a condurre a passeggio Anne-Marie. Anne-Marie adorava Minna.

E i suoi divertimenti furono presi dove li trovava: più che altrove in cucina. Le sarebbe piaciuto di lavare i piatti, ma questa era una gioia proibita; ma le piaceva farsi vedere con un asciugamano di cucina sotto al braccio, a girare per la cucina, o a spolverare i mobili con fare disinvolto e importante, come Minna.

Minna! cos'è che suonano? strillava Anne-Marie, saltando dalla seggiola dove l'aveva messa Nancy e correndo in cucina. Nancy ricominciava: Occhi d'aurora e bocca di delizia.... Quella è la canzone della Bowery, rispondeva Minna, sbatacchiando le posate e i piatti. Chi è la Bowery? chiedeva Anne-Marie. Non è nessuno. E' un posto pieno di policemen e di chinesi.