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In breve lasciarono il tetto meschino e ospitaliero di Frau Schmidl e, per allontanarsi un poco dal quartiere dei negri, presero un piccolo appartamento nell'82.ma Strada. Una nipote di Frau Schmidl, per nome Minna, veniva a fare il lavoro di casa e a condurre a passeggio Anne-Marie. Anne-Marie adorava Minna.

Parlando così essa si sentiva molto brutale, e inestetica, e pedestre. Oh, cara mia! esclamò Mrs Doyle, una volta che siete la gran moda in un posto come New York!... E i suoi rotondi occhi celesti si levarono in estatica eloquenza verso il soffitto di Frau Schmidl, dove camminavano languide e lente le mosche. Ma Nancy la assicurò che ciò non era possibile.

Nancy prese un foglio della povera carta da lettere rigata di cui si serviva quando doveva domandare in prestito una casseruola a Frau Schmidl, o pregare Mrs Johnson di pazientare qualche giorno. E scrisse: Mio signore, «I fiori hanno sbagliato. Sono venuti da me, che non ero vestita di celeste. «La mia veste era bruna». Sottolineò l'umile parola inglese «brown», e non mise firma.

Si lavorava immersi nel lavoro. Chiesi a mettere in iscena i suoi ballabili, don Davide a scrivere una epistola dopo l'altra per vivere di ricordi e riallacciare i legami col mondo che lo conosceva, Lazzari a riprodurre il momento storico dei tre lavoratori con un disegno grandioso che toccava e ritoccava ogni sera senza dirlo mai finito, Ghiglione a illustrare le parole di un dizionario tedesco con l'idea froebeliana che chi legge Himmel accanto a una chiazza di cielo e Frau dinanzi a una testa di fanciulla, impara una lingua e vapore e non la dimentica più mai.

Arrivato a casa aveva trovato Frau Schmidl alzata, e Nancy in lagrime, e Anne-Marie colla rosolìa. Era rimasto chiuso in casa cinque giorni colla piccina, seduto nella stanza buia e soffocante, a far scaldare latte e farina di Nestlé su una lampadetta a spirito, e a cantare delle arie d'opera a Anne-Marie che non voleva sentir altro.

Infatti ci condusse tutti e tre nella 38.ma Strada, in casa di sua sorella; e la sorella ci diede questa camera. La camera è pulita; e Frau Schmidl è una dolce creatura.

Ed ella venne con me nella sua toque turchese, alla meschina casa di Mrs Schmidl nella lurida 38.ma Strada. Quella sera pranzammo col volatile occidentale o, piuttosto, essa si invitò a pranzare con noi. Disse: «Che velenoquando assaggiò la Knödelsuppe di Frau Schmidl. E: «Che velenoquando mangiò il Blutwurst coi krauti.

«Verdura»? disse finalmente, memore della cucina di Frau Schmidl. Nancy gemette. Ma no, ma no, tesoro! Pensa: una cosa quando non è dolce è...? trova, trova la rima con «cara»! «Carissima»! gridò Anne-Marie, trionfante. E fu subito abbracciata e baciata. Ah! vorrei che tu fossi poeta, Anne-Marie, disse sua madre spingendole indietro dalla fronte i biondi capelli.

Povero Aldo! Quando ci vede in questi abiti ci detesta! E detesta tutte le cose tedesche che Frau Schmidl ci d