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Perchè è la Gran Bretagna? chiedeva Anne-Marie distratta, guardando fuori dalla finestra. E Fräulein, molto depressa, diceva a Nancy: No, no. La tua figlia non è niente affatto un genio. Un giorno George e Peg vennero a trovar Nancy nella pensione di Lexington Avenue. Condussero con loro anche il signor Markowski, timido e unto, col suo violino.

Peg spiegò a Nancy, abbracciandola, che era un musicante polacco, certo Markowsky, che veniva qualche volta a far musica con George.

Dopo di ciò, quando il morto signor Johnson faceva più del solito paura a Nancy, essa andava nella camera di Anne-Marie e batteva sul muro con una spazzola. E allora arrivava Peg, a passare la serata amichevolmente con lei. Spesso veniva anche George, e leggeva ad alta voce i supplementi letterari del «New York Herald». Leggeva specialmente tutte le poesie.

Ma Peg aiutò a chiudere le valigie, e a portarle giù nella carrozza, e corse con Minna su e giù per le scale in cerca dei pacchi smarriti e degli oggetti dimenticati.

Nauseante professione, soggiunse; pensate dunque: tutte quelle diverse mani che devo tenere!... mi fanno venire il mal di mare. Specialmente quelle delle donne. Nancy rise. Peg le offrì di accomodarle le unghie, così, per divertimento; e Nancy, dopo aver esitato un pochino, la lasciò fare. Ma, Dio buono! Avete delle mani da signora, disse Peg. E la coppa d'amarezza di Nancy fu colma.

E' allegra come un funerale di quarta classe. La vostra musica iersera l'ha molto turbata, disse Nancy salendo anche lei in carrozza, e sedendo accanto alla piccola, colle ginocchia ingombre di cappelliere e di pacchi. Il violino le è piaciuto tanto! Ah ? disse Peg. Era quel rospo di Markowsky che suonava. Così dicendo si sporse per baciare Anne-Marie.

Ma Anne-Marie voltò via la faccia e non volle essere baciata. Bel tipo! disse Peg, un poco offesa, dopo un altro vano tentativo di baciare Anne-Marie, che teneva nascosto il viso nelle mani. Non le piacciono gli addii, spiegò Nancy. E, per consolare Peg, l'abbracciò affettuosamente, rammentandole la sua promessa di venire a trovarle. Arrivederci presto a Lexington Avenue!

Peg e George rimasero un'ora e furono molto cordiali; e partendo promisero di ritornare un'altra sera. Anche loro vivevano soli. I loro genitori avevano un rancio di pecore nel Dakota. Putrido paese, il Dakota, disse George. Tutto erba e vento. Per me, non c'è che New York. E con una stretta di mano presero commiato.

Anne-Marie intanto continuava a chiamare dalla sua camera domandando il pezzo che era bello; e finalmente George tornò nel suo appartamento, lasciando le porte aperte, e suonò tutta la musica del suo repertorio. Ma il «pezzo che era bello» non era fra questa, e Anne-Marie si agitò molto. Peg, e anche Nancy, dissero: L'avr

E proprio in quel momento qualcuno bussò; ed era la ragazza che stava vicino, che veniva a far visita, e portava un orso di cioccolatte per Anne-Marie. Il suo nome era Peg. Allora Peg raccontò che lavorava da un parrucchiere nella Madison Avenue. Faccio specialmente la manicure. Aggiusto le unghie, le rendo rosse e lucide che paiono rubini.