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Il giocatore, il vero giocatore, il giocatore di buona razza non può ammettere mai d'avere perduto per le combinazioni del gioco o per l'abilit

Ed ora ho proprio finito, signori giudici. Mi risuona ancora negli orecchi una parola di Innocenzo Cappa: se Marinetti fosse stato un frequentatore di salotti mondani, un corteggiatore di donne, un giocatore al tavolo verde, un gaudente, insomma; se non avesse data la sua ardente giovinezza, la sua anima, la sua intelligenza, al lavoro, quasi profugo e consapevole di dover rendersi degno di due patrie, quella che gli ha dato la lingua in cui scrive, quella che gli ha dato il genio che lo muove ed investe la sua opera; se Marinetti fosse stato un piccolo letteratucolo, di quelli che scrivono i sonetti per i ventagli delle signore e per gli ingressi dei parroci, se fosse stato intinto di santit

Allorquando, nel Giocatore di Ifland, egli gridava le parole: impreco a voi, pareti, che udiste i miei primi vagiti, ecc., pareva che quella maledizione, lanciata dal proscenio con tanto impeto di voce, dovesse echeggiare oltre le mura del teatro quale una minaccia di esterminio a tutti i despoti della terra.

Così in breve tempo divenni giocatore e beone. Pare impossibile come è facile diventare viziosi quando il cammino della virtù riesce tanto faticoso! Eppure l'esperienza insegna che l'uomo non può essere felice se non ha la coscienza tranquilla. Tutti vogliono essere felici, ma molti fallano la strada, cercando da lontano e per vie remote ciò che si trova da vicino, anzi dentro di noi.

Dal darvi nuove serie, allontanar mi voglio: Queste ve le riservo scrivere in altro foglio, E conoscendo appieno qualunque giocatore Avendo quasi un mese passato in questo l’ore, L’aspetto, il nome, il vizio d’ognun vi scrivo in questo: Sarò nel mio rapporto veridico ed onesto. Gente la più bisbetica qui si raduna, amico: Il giuoco, non v’inganno, a me non piace un fico.

Che se mai non riusciste a sbancare costui, vi assicuriamo, conte, che voi avrete perduta per sempre la vostra riputazione di giocatore, e anche le campane del duomo suoneranno a distesa per la vittoria del vostro competitore. Nego che costui sia mio competitore, disse il Mandello allora. Perchè due uomini sien competitori convien pure che abbian forze eguali.

A un certo punto d'una partita, il commendatore osservò bruscamente al compagno che segnava quattro, mentre non ne aveva che tre. Ah! è vero; rispose tranquillamente il giocatore sospetto; m'ingannavo. Domando scusa: non è voi, che ingannavate!... Il Bonicelli, che aspira al grado di capitano nella territoriale, viene esaminato dal colonnello. Ma la sua mente è fissa all'écarté.

Anima mia, tu mi fai pur gran torto. E poi per chi? Per un morto di fame, un furfantello, un ladro, un giocatore, un plebeo. Ma guardati, Filocrate; ché, a' miei , mai nessun mi fece ingiuria che non mi vendicassi. Vatti sposa: e to' per donna qualche ruffianaccia per tua infame. Oh! co! ca! ca! Io muoio. Rinego il che mi battezza. Ca! ahi! In mal punto. Ah!

OTTAVIO MENANDREI: giovane giureconsulto, giovane giocatore di carolina, giovane giornalista, giovane candidato a qualche cosa, giovane conquistatore, giovane debitore, giovane di nessuna speranza, di poca fede, di molta vanit

Un anno fa, egli aveva incontrato un intrepido giocatore d'écarté, che nessuno sapeva chi fosse, donde venisse; a ogni modo, il commendatore giocò, perdette e gli parve di accorgersi che il gioco del suo compagno non fosse così limpido, così leale, come avrebbe dovuto essere. Nondimeno, piuttosto che non giocare, si rassegnò a un compagno simile, ma sottoponendolo a un'incessante vigilanza.