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La guardai, muto. Carolina abbassò gli occhi e si mise a tormentare la frangia del suo grembiale. Io non li vedevo quelli occhi ma tutto in lei rispondeva: , , signor Vittorio, io vi voglio bene! Chiedetemi a mio cognato! Prendete la piccola Carolina e formate la sua felicit

⁵⁶ È noto che la Regina Carolina, quando venne da Napoli a Palermo, volle sollevare la tristissima sorte de’ poveri infermi chiusi in quest’Ospizio, facendoli trasportare in citt

La matrigna aveva invitato quel giorno Anselmo il mugnaio con suo figlio Gerola, un buon cristiano, zotico come un tronco, ma danaroso: da un pezzo la donna vi aveva messo gli occhi sopra per darlo, se si poteva, alla sua Carolina, che un migliore non ne avrebbe potuto trovare in questo mondo.

Da parte mia risposi al notaio che Rosa e Carolina non avrebbero mai avuto a dolersi di me: sarebbero rimaste nel molino de' loro avi e nessuno le avrebbe tormentate. Anzi, soggiunsi, io farò che una parte dell'utile vada proprio a loro vantaggio. Bevemmo un altro sorso, e Cataldo riprese il suo racconto.

Ehi? chiese l'oste; come andò poi a finir tutto? Carolina, continuò il vecchio che sembrava parlare anche per proprio conto, e come desideroso di sfogarsi, aveva certamente dato parola a mio figlio, soltanto per la poca terra che possediamo; non abbadò a Battista che cercava intenerirla.

Ad Arigna ed anche qui in valle di Bondione le valanghe hanno sepolto diversi viandanti. Poveri cristiani, che catastrofe! Vergine santa, Carolina, tacete per carit

Carolina, mi disse, ha ragione; per obbedirla, per accontentarvi vi dirò tutto. Aveva un'aria d'importanza che bisognava vedere. Ma io non mi lasciai mettere soggezione. Attesi si spiegasse. Mio figlio attendeva pure con ansiet

Questi, d’altro lato, mettevano in ridicolo il fare pretenzioso di quelli, e perchè non potevano eguagliarli, tenevan le ciglia in cagnesco. La visita dianzi ricordata della Vice-regina Colonna di Stigliano ne è un saggio: quella della Regina Carolina, una conferma.

Ebbi appena il tempo d'esclamare: Signorina Carolina, addio... Ella, ritta in mezzo alla via, immota, pallida, stese la mano... La udii mormorare: Addio, signor professore... E il carrozzino partì, velocemente, tra nugoli di polvere. TOT

Una croce pendente indicava il posto ove riposavano le spoglie di Bista, l'affittaiuolo che era morto solo invocando i figli sparsi per il mondo. sotto un rosaio incolto, bianco di fiori, giaceva Carolina del fornaio, sua compagna d'infanzia, che il mare aveva buttata a riva annegata, dopo una tempesta.