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Il Casalbara, lungo disteso nel letto, soffriva assai: aveva sulla fronte una pezzuola diaccia. Nora si chinò per guardarlo; colla testa bionda sfiorava quasi la faccia del marito. Come stai, Nannucci? L'altro rispose con un tremito, quasi con un sibilo impercettibile: quelle parole buone, affettuose, gli empirono la gola, gli occhi, il cuore di lacrime: Bene.... adesso, bisbigliò. Dio!

Sfinito, col respiro ansante, col viso livido di pallore, il professore teneva china la testa sul petto e gli occhi socchiusi. Gli presi una mano; era diaccia come quella di un cadavere. Dopo alcuni istanti, però, egli si riaveva, alzava la fronte rugosa e mi guardava tentando di sorridere. È mai possibile? esclamai. Dubiti ancora! mi rimproverò.

Per fugare quei pensieri tuffò la testa nell'acqua diaccia della bacinella, ma neppure il freddo li cacciò.

Ella era diaccia: un sudore gelido le veniva giù pel volto e le bagnava pur le mani, che tremavano convulsamente. Longo, sbalordito, la scosse: Signorina... signorina!... Che avete?... Non v'impaurite... Non vi voglio far niente... La giovane s'irrigidiva. De' conati di vomito la facevano sobbalzare sul cuscini, gli occhi gi

Aveva un largo tumore in fondo al dorso sopra la coda, e teneva, le orecchie basse, e tratto tratto rabbrividiva tutto. Pioveva da tutto il giorno innanzi, da tutta la notte: una pioggia fitta, incessante, diaccia. Il cielo era grigio come di piombo, l'aria rigida, un fanghiccio nerognolo copriva il cortile e la pioggia cadeva, cadeva.

L’uomo del camposanto, o Creatura, distesa ti trovò sull’erba diaccia, squallida salma senza sepoltura. E non avevi più capo braccia: solo il ventre mostravi allo stupore dei cippi:

Sentendo un mormorìo d'acqua, Ezio volle arrestarsi a bere. S'inginocchiò sull'erba, stese la mano al rigagnolo, bevette nei palmi di quell'acqua diaccia, se ne bagnò il viso, la testa, s'inebriò di quella freschezza.

E sporse le labbra implorando: Essa gli sorrise e lo baciò. Grazie.... grazie.... sono guarito adesso. Resta quieto, tranquillo, gli disse Nora sempre pianino; poi gli accomodò le coltri attorno al collo, la pezzuola diaccia in mezzo alla fronte. Hai bisogno di star quieto, di riposare, di guarire. Perdonato? Perdonato? : se sarai buono. Sono ancora Nannucci? : se mi darai retta, .

Quella mattina, me la ricordo sempre. Tirava un vento che il battello a vapore saltava sul lago come un cervo nel bosco, e veniva giù una pioggerella diaccia, che era come sentirsi cadere addosso tante punte d'aghi. Quando mi alzai, Michele era gi

L’inglese Vaughan scende a particolari, che hanno dello spiritoso e sono verissimi. Riassumiamoli. Facendo una visita a persone ragguardevoli, voi siete, secondo l’etichetta, condotti per una lunga fila di stanze, probabilmente fino ad un’ultima, in fondo, piccola ma bella, che è forse quella da letto, ove, se indisposta, la dama riceve. In inverno vi viene offerto caffè; in estate, acqua diaccia.