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Il greco a quell'intimazione si volse digrignando i denti. A cinquanta passi da lui stava Abù-el-Nèmr col fucile spianato, circondato dai suoi guerrieri. Maledizione! gridò il greco che comprese d'essere irremissibilmente perduto. Con un rapido gesto sguainò l'jatagan e lo puntò sul seno dell'almea gridando ad Abù: Se non ti fermi la uccido!

Tu! ruggì egli. Tu, Elenka! , Abd-el-Kerim, ancora io che giungo in tempo per salvarti! L'arabo la guardò cogli occhi strambasciati e nei quali balenava una fiamma d'ira, d'immenso furore. Fermati, Abd-el-Kerim! ripetè la greca. Dove vai? Dove fuggi? Chi ti liberò?... Sciagurata!... Che hai fatto dell'almea? chiese l'arabo con voce strozzata. Non chiedermi conto di quell'odiata rivale.

Gran Dio! che è successo mai?... Come sei qui e in questo stato?... Un debole sospiro uscì dalle labbra dell'almea e poco dopo aprì gli occhi e li fissò in quelli dell'amante. Dove sono? chiese ella con un filo di voce. Fra le mie braccia, al sicuro d'ogni offesa! esclamò Abd-el-Kerim che rideva e piangeva ad un tempo. Non aver paura, Fathma, sono qui io a difenderti, sono qui io a salvarti.

Non sei stata tu a El-Obeid? , disse sordamente l'almea. Vi fui. Non sei stata un tempo una donna potente? continuò il ferito che pareva avesse dimenticata completamente la sua gamba scarnata. Il volto dell'almea s'alterò spaventosamente, burrascosamente. La sua fronte si aggrottò e i suoi occhi parvero incendiarsi. Lo fui, diss'ella dopo qualche istante di silenzio. Allora non m'inganno più.

Ciò vuol dire che quel rivale di cui mi parlavi sei tu, tu, Abd-el-Kerim! Follie. Tuoni di Dio, non mentire! Tu cantando pronunciavi il nome dell'almea! Ah! tu sai questo?... Abd-el-Kerim, rammentati di mia sorella Elenka. Ella è greca. Ma il Corano... Non parlare di Corano, di poligamia. Elenka non avr

Citerò ad esempio una delle commedie recitate nei teatri arabi e turchi: la commedia del Saggio e dell'Almea, nella quale un vecchio, chino sui papiri, si commuove all'apparire di una donna velata che si denuda gradatamente, mentre egli inalbera a poco a poco un mostruoso membro virile di cartone, che suscita la più viva allegria ed il massimo compiacimento negli spettatori.

Le sue labbra sfiorarono dieci volte di seguito quelle scolorite dell'almea; egli rideva e piangeva dalla gioia. Il galoppo di parecchi cavalli, che rapidamente si avvicinava, gli richiamò alla mente Abù-el-Nèmr.

Egli tese ambe le mani, sulle quali s'appoggiarono i piccoli piedi dell'almea, tanto piccoli da muovere ad invidia quelli delle chinesi, e la depose a terra. Ci rivedremo ancora, adorabile creatura? domandò il greco. Un sorriso leggiadro sfiorò le labbra di Fathma. Se All

Succedette un po' di silenzio, rotto solo dal susurrìo delle grandi foglie delle palme che si accarezzavano vicendevolmente sotto i soffi del venticello notturno, poi echeggiò un altro scoppio di risa più vicino, un terzo a destra, un quarto a sinistra, poi un quinto, un sesto e in breve succedette un concerto capace di far morire di paura una donna meno coraggiosa dell'almea.

L'arabo cantava sempre, con maggior dolcezza, con tono più malinconico, e ogni volta che pronunciava il nome dell'almea, il greco sentivasi il sangue accendere e il cuore battere più precipitosamente. Tutti i colori dell'arcobaleno passavano uno per uno sulla sua faccia tetra. Cominciava all'oriente a biancheggiare, quando Abd-el-Kerim si tacque.