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Giovenale ha chiesto una volta: «quot libras in duce summoMa questo signor Giovenale non è tutto oro di coppella. Le grandi larve siedono ancora sui pugni d'ossa e di polvere, che furono le loro spoglie mortali. Si pensa, davanti a quelle reliquie, e lo spirito si eleva. Tutto ciò che eleva lo spirito aiuta il progresso dell'umanit

Wagner che sdegna i drammi troppo umani della storia, per cercare i suoi soggetti nella fantastica leggenda, è ancora schiavo del reale; i suoi eroi sono ancora degli uomini. Wagner che sdegna il mondo esteriore per cantare le crisi spirituali, non rinunzia abbastanza alla materia mettendo il suo canto in bocca di odiosi personaggi d'ossa e di carne.

Mentre ch'io forma fui d'ossa e di polpe che la madre mi die`, l'opere mie non furon leonine, ma di volpe. Li accorgimenti e le coperte vie io seppi tutte, e si` menai lor arte, ch'al fine de la terra il suono uscie. Quando mi vidi giunto in quella parte di mia etade ove ciascun dovrebbe calar le vele e raccoglier le sarte,

Scossa la polvere e fregati gli occhi, rimettevo il piede nella staffa, allorchè capitò mia moglie che accompagnava una barella. Un ferito! Il colonnello Paggi. Il colonnello Paggi!? Spuntava il giorno, e ho potuto discernere un mucchio d'ossa e di carne e cento lacerazioni sul viso scolorato e semivivo del colonnello.

Che, incenerito il reo manto e la stola, Di cui nascondi invan l'anima fella, De le vive tue carni ogni parola Un bran vivo divella! D'ossa e di polpe ignuda La negra anima tua sensibil resti; Ch'io l'afferri, e nei miei pugni la chiuda, E co 'l piè la calpesti! Forse canuto a par di te non era Vecchio cadente anch'io? Non era tua quell'itala bandiera, A cui tutto fu sacro il viver mio?

Soi tumuli, sepolcri, roghi, avelli e quant'urne s'affretta empire d'ossa non temer, di forza ch'aggian elli. Lei, di catene vinta in scura fossa rinchiusa, freno; ché, sciôrse volendo, talora si dimena con tal possa, ch'ella, te il cor ritolto avermi udendo, subito rotte lasciaralle a dietro.

CHIARETTA. Ho tanta allegrezza che Carizia, la mia padrona, sia maritata che pare ch'ancora io sia a parte delle sue dolcezze. LECCARDO. Maggior dolcezza aresti, se gustassi quello che gustará ella quando staranno abbracciati insieme. CHIARETTA. E se fusse a quei piaceri, ne gusterei ancor io com'ella: che pensi che non sia di carne e d'ossa come lei? o le membra mie non siano fatte come le sue?

Il Giuliani stette immobile e muto alcuni istanti a contemplare quel mucchio d'ossa e di colpe; crollò le spalle, fece colle labbra un verso, come di nausea; quindi si rifece da capo all'interrogatorio. Dov'è la sorella di Lorenzo Salvani? Non lo so. Non lo sai? Bada a te!... Non lo so, signor Giuliani; come è vero Dio, non lo so.

Egli deve certo soggiungere una cosa essenziale: che nessuna donna di carne e d'ossa gli ha mai fatto provar nulla di minimamente paragonabile a ciò che provò con quella del sogno: è vero? È vero. Accade sempre così.

Lo sanno i marinai che hanno appeso quindici o venti voti al santuario di Savona, o i marinai che hanno appeso il loro sacco d'ossa ai corallumi del glauco cimitero. Nel porto si stringe la gran famiglia: le prore sono, per così dire, i volti, le poppe danno il nome di battesimo, l'alberatura di tre, di due tronconi, segna la casta e l'anima è giù nella pancia.