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Eh bien, arrivez donc, mon cher!... gridò il contino, udendo il passo di Ariberti sulla soglia. Quel bonheur de vous voir!... Ma che avete? soggiunse tosto, mutando idioma ed accento. Siete pallido come un moribondo. Signor conte, disse Ariberti, con aria abbattuta, c'è di peggio; sono un uomo morto. Diable! E che cosa vi è intervenuto? Che sono stato insultato, provocato a duello ieri sera.

Mon cher, vous savez, on ne raconte pas ses bonnes fortunes, e qui, se non si tratta

Non le diremo niente! Caaro da Dio! strillava anche la padrona, credete che io mi accontenterei di dividere? Pas du tout, mon cher! Allons! Allons! E siccome l'altro, spinto fin sull'uscio, voleva ancora fermarsi, la Schönfeld, coll'accappatoio tutto aperto, svolazzante, prese il piumino della cipria e passandolo sul naso e sulla faccia del Casalbara, lo fece scappare nel salotto.

Ariberti lo guardò istupidito. Eh, difatti, soggiunse egli dopo un momento di pausa, finora non ne ho trovati; ma sperava che Lei... -Mon cher, che cosa domandate voi mai? Io non commetterò mai la sciocchezza di consigliarvi un duello, in queste condizioni. Ma poc'anzi.... entrò a dire peritoso l'Ariberti. Poc'anzi, era un altro paio di maniche. Qui c'è un cugino.... che non dev'essere un cugino.

Ma.... pardon! ripigliò il Casalbara, quando alla fine potè parlare. Perchè devono essere furenti contro di me? Non si tratta altro che di un sentimento di.... simpatia.... reciproca e innocentissima! Caaro da Dio, quell'innocente! esclamò la Schönfeld scrollando il capo con gran forza. Ne plaisantons pas, je vous en prie, mon cher.

E il signor Daniele, riguardoso e delicato, soffriva in cuore suo, anche nel pensare alle brutte parolacce che senza dubbio avrebbero colpito ingiustamente quella gentilissima signorina, così piena di sentimenti dignitosi e disinteressati: con quel piccolo neo dietro l'orecchio, col collo d'avorio, sottile e trasparente nel cravattone rosso, e... e che, gli stringeva la mano con tanta forza da storpiargliela, dicendogli: mon cher ami!

Amore di terra lontana Per voi tutto il core mi duol. Anche loro s'amerebbero così, d'un amore assurdo e meraviglioso. Amarsi così, senza l'intervento di alcuno dei loro sensi, doveva pur essere il più alto, il perfetto, il divino modo d'amare. Così Nancy visse nel suo sogno e lanciò da un emisfero all'altro le leggiere lettere d'amore. «Cher Inconnu,

Non le scriveva, perchè ella non aveva voluto; ma l'amava, con tutta l'anima. Non aveva sue notizie, giacchè ella non voleva dargliene: ma l'avrebbe ritrovata al ritorno! Pure, fu un viaggio così lungo! A San Paolo, egli ebbe notizie. La letterina, scritta da una mano morente, sovra tenace carta giapponese, diceva: Cher Paul, cher Paul, cette pauvre madame Héliotrope se meurt de vous....

Non voleva che lui vedesse come l'aveva fatta diventar rossa!... Anche il Casalbara si trovò impacciato; e per , riuscì appena a balbettare qualche parola, salutandola. Mon cher amour! Mon petit bijou; tu te portes bien, n'est-ce pas? E la Schönfeld, dopo averla baciata, ribaciata con gran trasporto, la condusse ancor più vicino alla finestra, per vederla bene.

Ah bijou! Mon bijou! Tu es encore plus belle! Il matrimonio ti ha fatto benone! Ah, mon cher ami! Vous êtes toujours un gros scélérat, un miserabile come dite voi altri en Italie! Non farmi più saper niente! Io l'ho saputo per miracolo dal mio impresario di Milano! Sono qui di passaggio: vado a Montecarlo: Je veux courir la chance. Volevo scriverti anche per farti dire de ma part