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Un altro ornamento preziosissimo di Leida è il Museo Giapponese del dottor Siebold, tedesco di nascita, medico della Colonia olandese dell'isola di Decima; il quale, secondo narra una tradizione romanzesca, ottenne per il primo dall'imperatore del Giappone di entrare in quel misterioso impero, in ricompensa dell'avergli guarito una figliuola; o secondo un'altra tradizione più credibile, entrò in quel paese di nascosto, e non ne uscì che dopo aver scontato il suo ardimento con nove mesi di prigionia, e fatto pagar colla testa ad alcuni mandarini la colpa d'averlo aiutato. Comunque sia, il Museo del dottor Siebold è forse la più bella collezione di quel genere che si trovi in Europa. Un'ora passata in quelle sale è un viaggio nel Giappone. Vi si segue la vita d'una famiglia giapponese per tutto il corso della giornata: dalla toeletta alla mensa, dalle visite allo spettacolo, dalla citt

La proposta fu accolta freddissimamente dalla compagnia; ma io non mostrai d'accorgermene e raccolsi le magre offerte in un portasigari giapponese. Quando se ne fece lo spoglio vi si trovarono 520 lire. Un biglietto giallo, e venti lire in ispiccioli. Il biglietto giallo attirò tutti gli sguardi. I convitati si conoscevano troppo bene tra loro, per sospettarsi a vicenda capaci d'una simile prodigalit

Così divenne in ispirito, volta per volta e sempre su precise basi tecniche, industriale, ingegnere, farmacista, meccanico, armatore di navi, matematico, professore di belle arti. Fu un sibarita del conoscimento. Studiò ed ebbe familiari, oltre al greco, al latino ed alle lingue moderne, l’arabo, il giapponese, il sanscrito. D’ogni lingua citava e sapeva a memoria i poeti.

Viani un lampadario di Murano, Terenzi un servizio da di porcellana di Sèvres, Faroglio un paravento giapponese, di Frasca una cartella con l'occorrente da scrivere, rilegata in pelle di bulgaro con borchie d'argento, Castellini.... S'è morto?

Non le scriveva, perchè ella non aveva voluto; ma l'amava, con tutta l'anima. Non aveva sue notizie, giacchè ella non voleva dargliene: ma l'avrebbe ritrovata al ritorno! Pure, fu un viaggio così lungo! A San Paolo, egli ebbe notizie. La letterina, scritta da una mano morente, sovra tenace carta giapponese, diceva: Cher Paul, cher Paul, cette pauvre madame Héliotrope se meurt de vous....

Nora aveva la testina bassa, chinata sul piccolo ventaglietto giapponese che apriva e richiudeva con un tremito nervoso delle dita. Proprio? domandò essa colla voce appena intelligibile, fra il respiro forte, anelante, senza osar di muoversi, senza osar di guardarlo. Proprio?

Nessuna risposta. Non avete mutato nulla ai vostri propositi, riguardo all'andare in Italia a scrivere il vostro libro? No, nulla, disse Nancy, con due strisciette bianche ai lati delle narici. Lo pensavo. Poi camminarono in silenzio. Il fiume scorreva, verdemarino e liscio e lucido come seta giapponese. Gli uccelli cantavano, e il vento correva sui papaveri. Nancy, diss'egli.

Sul terrazzo del Ravellino dondolavano al vento gli ultimi palloncini d'una illuminazione giapponese che don Erminio Bersi aveva allestita in onore degli amici e di certe sue amiche, mentre or or no venivano sui voli d'aria gli ultimi schiamazzi della baldoria.

Paolo, Paolo, trovami subito un nome giapponese, ella disse, tutta fremente della sua novella eccentricit

E forse soggiunse Punzi l'hai fatta perdere a un altro! Mi è rimasto nella memoria l'idolo giapponese che ci guardava da quell'angolo con gli occhi di vetro enormemente spalancati, nelle cui pupille si riflettevano le fiammelle colorate dei lumi, e non ho potuto dimenticare le ultime parole di miss Nelly, quasi un singhiozzo: Sempre tardi! Sempre tardi?... Perchè?...