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Ei si rivolta, E scorge Cosmo de' Capponi in terra; Vedegli il busto, e l'armatura involta Nel proprio sangue, e ch'omai gli occhi ei serra; E segno di virtù palese e certo, Vedegli il petto in molte parti aperto. Chinasi a lui, che tutto inonda il suolo, E dice: o pregio di Firenze nostra, Il così rimirarti emmi gran duolo; Pur verace valor tal mi ti mostra.

FILOCRATE. Se alcuno è al mondo che possa avere nel mio mal rimedio, penso che l'abbi tu; benché sia poco, e di parole. E poi, del resto, il male è giunto a tal ch'omai piú cosa umana non li può dar conforto. FRONESIA. Dillo, adunque; ch'io ti prometto quel che in questa vita onestamente per me si può fare in ogni cosa.

O luce, o sol, che per le vie supreme Corri tra' rai, d'ogni occhio almo desio; O scettri, onde gioir tanta ebbi speme, O reggia, o Colco, ecco io vi dico addio; Queste, ch'io fo son le parole estreme, Ch'omai fia ne gli abissi il parlar mio. disse, e traboccossi; il mare aperse Con un grave rimbombo, e si sommerse.

Voi dunque, freschi rivi, piagge erbose, opachi colli, cavernosi monti, campi de gigli, de ligustri e rose; voi, rilevate ripe, laghi e fonti, riposte valli, ruscelletti e fiumi, ch'anco miei segni non gli avete cònti; anzi del ciel voi fiammeggianti lumi, quella vertú spandete a l'uomo nostro, ch'omai l'assenni e del mio ben l'allumi!

ARTEMONA. Altra felicitá non vorrei al mondo ch'esserti appresso. Ma poi, quando io fosse, non vorresti vedermi. LÚCIA. Tu ti inganni. Fossi quel che volessi, non potrei se non esserti amica. ARTEMONA. Oh! Questo, fallo al tuo Crisaulo, ch'omai sai pur certo quanto che t'ami; e l'avrai fatto a me, che t'amo pur di cuor.

Di vin dolce di Candia un fiasco pieno trovò da por con quel succo malvagio, e lo serbò pel giorno de le nozze; ch'omai tutte l'indugie erano mozze. 68 Lo statuito giorno al tempio venne, di gemme ornata e di leggiadre gonne, ove d'Olindro, come gli convenne, fatto avea l'arca alzar su due colonne.

122 La Discordia, credendo non potere altro esser quivi che contese e risse, vi dovesse mai più luogo avere o pace o triegua, alla sorella disse ch'omai sicuramente a rivedere i monachetti suoi seco venisse. Lasci

Cotesta Catarina, se bene mi sovviene, fu gentilissima ed amorosa donna; a la quale fu giá mandato quel sonetto con un paio de guanti insieme, li capoversi del quale dicono lo nome suo: D'una tenera, bianca, leggiadretta, I ntegra onesta man elesse 'l cielo V oi, puri guanti, ad esser dolce velo: A ndati a lei, ch'omai lieta v'aspetta!

Crolla gli orridi crini e i passi volve Con guardi accesi calpestando intorno ch'omai carco di sanguigna polve Le gemme oscura, onde fiammeggia adorno; Godene Aletto, e di fulgor l'involve Torbidamente, e seco fa soggiorno Fremendo, urlando, e diffondendo a' venti, Suono infernal di spaventosi accenti.

Io non saprei che dirti sopra di questo. FILOCRATE. Non lo negar piú; ch'omai incomincio a perder la pazienza. Pensa se san negar, quando a me istesso nega quello che sa che ho giá veduto!