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L'argomento postovi dal Chiabrera dice così: «Nel XIV viene a soccorso d'Ottomano Anacarsi reina di Colco; ed essa rifiutata in amore da AMEDEO, si annegaNulla si ha nel MS. del cavaliere d'Urfè, che si possa riferire a questo canto XIV. Ovunque il suo valore lo trasporta Segue AMEDEO la fuggitiva gente, E in campo e in mar strage infinita apporta.

Posasi il mondo, ed in pregarvi io solo M'affanno, e tutto ciò vien, che non vaglia mal m'udite, e pur n'andreste a volo, A scongiuri di Colco e di Tessaglia; Torme cadute da l'etereo polo, Fia mai, che di mio studio a voi non caglia? Onde l'orgoglio? or così poco è noto Il valor de' miei carmi, Atropo e Cloto?

Così dicea: deh rinforzate i passi, Guerrier di Colco, in duro tempo apparsi Rodi a domar, chè sbigottiti e lassi I Turchi per lo campo omai son sparsi: È ver ch'a fronte, e coraggiosa stassi Contra il fiero AMEDEO l'alta Anacarsi, È certo ver, ma non è buon consiglio Lasciar sua vita in mortal periglio.

metter potete ben per l’alto sale vostro navigio, servando mio solco dinanzi a l’acqua che ritorna equale. Que’ glorïosi che passaro al Colco non s’ammiraron come voi farete, quando Iasón vider fatto bifolco. La concreata e perpetüa sete del deïforme regno cen portava veloci quasi come ’l ciel vedete.

Intorno alla qual cosa credo udirete cose per le quali vi si potrebbe forse meritamente dire le parole che l'autore medesimo dice nel secondo canto del Paradiso, cioè: «Que' gloriosi che passâro a Colco, Non s'ammiraron, come voi farete, Quando vider Giason fatto bifolco». Percioché allora per effetto potrete vedere quanto d'arte e quanto di sentimento sia stato e sia nello stilo poetico, oltre alla stima che molti fanno.

Or che farò? se 'n Colco unqua ritorno, Da quei Regi il mio biasmo ecco cantarsi; Se nel Regno di Rodi io fo soggiorno, Pur oggi i falli miei vi fian cosparsi, Ed udralli Ottoman; cotanto scorno Non è da sofferir per Anacarsi; E se contra il desir stata è mal forte, Emenda farne le convien con morte. Ma perchè m'abbandono? a che non stringo La spada, e volgo il piè su quelle arene?

Così dicendo stimolava i petti; E non men per la via forte Aldemaro Al parlar del demon giunge suoi detti: Popol di Colco in guerreggiar ben chiaro, Sar

A' popoli di Colco il fren reggea Autumedon ne le stagioni istesse, E per moglie al figliuol, che solo avea, Donna cotanto celebrata elesse; Dunque fra l'erme balze in che vivea Spedì messaggi e suo desiro espresse. Tosto Anacarsi a quel pregar s'inclina, Colpa stimando il non si far reina: XI

giacciono a 'l fondo estinte da gran tempo ne 'l gelo; e le lor membra avvinte che splendean senza velo, quelle membra ove i lievi fiori de 'l sangue allora uscían brillando fuora come rose tra nevi, e li occhi ove saette avea certe il disío, e le bocche perfette ove più d'un bel dio trapassando per Colco piacquesi a lungo bere, e le chiome leggere che segnavan d'un solco

Que’ glorïosi che passaro al Colco non s’ammiraron come voi farete, quando Iasón vider fatto bifolco. La concreata e perpetüa sete del deïforme regno cen portava veloci quasi come ’l ciel vedete. Beatrice in suso, e io in lei guardava; e forse in tanto in quanto un quadrel posa e vola e da la noce si dischiava,