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La storia dolente della morte della amata sua donna è questa; ella usava la mattina per tempo recarsi in chiesa a supplicare Dio per la conservazione del carissimo capo, l'adocchiò un ufficiale austriaco, e prese a perseguitarla per libidine assai, ma più per istrazio sapendola moglie di un ribelle; non valse alla meschina di starsi con riguardi, non di fuggire via un giorno, ch'egli in agguato la colse; nello androne della casa la raggiunse, la mano le pose fra i capelli, ed ogni sforzo tentò di brutale violenza, ma la valorosa si difendeva adoperandoci anco i denti, finchè la gente accorrendo tratta dal rumore del tumulto, costrinse il malnato a lasciare la donna non prima però di averla pesta co' piedi sul petto così, ch'ella infermatasi gravemente non ci lasciasse la vita.

Scendemmo in un androne oscuro ed entrammo in un vasto cortile rettangolare, pavimentato a musaico, e circondato da altissimi pilastri bianchi, sui quali s'incurvano dei piccoli archi ornati d'arabeschi di stucco e dipinti di verde: una bizzarra architettura moresco-babilonese, che ci destò una piacevole meraviglia.

La regata doveva cominciare alle cinque pomeridiane, ma fin dalle quattro il piano nobile del palazzo formicolava di dame e di cavalieri, e il conte Zaccaria col pomposo genero a fianco conduceva in giro per l'appartamento tre o quattro austriaci d'alto affare, duri, impettiti, coperti di decorazioni. Era un bel palazzo davvero quello ch'egli mostrava a' suoi ospiti, uno di quegli edifizi maestosi e leggiadri ad un tempo di cui gli architetti moderni hanno perduto il segreto. Stile del classicismo avviato alla decadenza, lo dicono le Guide, e ne attribuiscono la costruzione al Sansovino o a uno dei suoi discepoli. Cinquant'anni fa, esso era anche uno dei pochi palazzi veneziani che nell'interno serbassero il carattere primitivo. Dalle travi dello spazioso androne pendevano due grandi fanali che avevano gi

Lungo il basso androne che metteva alle diverse prigioni, e fra l'altre a quella di Damiano, passeggiava da quasi un'ora il soldato che, sul mezzodì, vi avevano posto in sentinella. O che fosse gi

Anzitutto, a raffidarvi contro il timore di dover camminare nel buio, vi diremo che il furfante, dopo esser corso un cinquanta passi, seguendo il muro a tentoni, si fermò, diè mano ai cerini e poco stante il lucignolo acceso d'una lanterna cieca rischiarò dinanzi a lui uno spazioso androne, alto forse tre metri, che correva tra due ruvide pareti, su d'un piano inclinato di forma concava, seguendo sotterra l'asse medesimo della via sovrapposta.

Adesso il cortese lettore si prenda l'incomodo di venire con noi nella palazzina Cisneri, e senza farci annunziare dal servitore in livrea di panno nero coi bottoni dorati e la lettera C sormontata da una corona comitale, passeremo per un androne lastricato a quadretti bianchi e neri, saliremo una breve scala di marmo, ed entreremo senza chiedere licenza in una spaziosa anticamera, tutta adorna di quadri a olio, paesi e marine di dugent'anni fa, che si potevano guardare ed anco trovar belli in una pinacoteca, ma che in quella sala non erano guardati da nessuno, sopraffatti per giunta da quattro tele più grandi, che rappresentavano gli antenati della contessa.

Entrarono dietro a lui in un androne, che mandava odor di pannine il che non era da rigattieri, e conciliò l'animo del capitano con Abner, e perfino con la casacca di Saul. Giunto in fondo all'androne, il frate scudiero levò la faccia in alto, verso una scala, e gridò: È qui il degno amico mio Abner Ben Meir Aben Ezra? Chi mi chiama amico? rispose una voce nasale. Son qua.

Udii un grido soffocato... Poi mi fu scagliata una pietra, che mandò in frantumi la lanterna, e mi spezzò questo dito.... Cascai giù privo di sensi... La mattina mi ritrovai affranto dal dolore della mano, stecchito dal freddo, steso sul nudo pavimento di un androne, e ne uscii a fatica, strascicandomi... Mi accorsi che i furfanti mi avevano trasportato, mentre io ero fuori di me, all'entrata di un altro androne... In quel momento mi era impossibile di mettermi a verificare... Alcuni giorni dopo, quando vi tornai, non riuscivo a orientarmi... Mi ricordavo che ero entrato la notte dalle così dette Coriaccie, ma non mi ricordavo quante svolte avevo fatto, quanti passi avevo mosso, prima di fermarmi... Gli androni sono lunghi... tortuosi... uno dentro l'altro, con ramificazioni, ripostigli, terrazze aperte... un vero laberinto...

A Giacomo pareva di attraversare un androne buio, interminabile, spirante un'auretta fresca e profumata. D'un tratto il servo si fermò, e sollevando con la mano la tenda di una portiera, inchinandosi fe' cenno al Vharè di accomodarsi in un salottino dove c'era ancora più buio che nelle altre sale. Giacomo entrò, ma poi si fermò su due piedi, aspettando che gli occhi si abituassero nell'oscurit

Ecco quello che mi occupava... che mi ha per tanti mesi occupato... Alla fine avevo rinunziato, lo confesso, alla speranza di riuscire a identificare l'orma di quel piede... Molto tempo dopo, riflettendo al delitto... non pensavo mai ad altro... mi rammentai che una notte del 1831, mentre ero di servizio, in uno degli androni del Ghetto, avevo udito certi insoliti rumori, i quali mi avevano insospettito... Ero entrato nell'androne... avevo visto gente a qualche distanza in una stanza aperta e illuminata... due uomini che gesticolavano, e un'ombra di donna, che appariva di tanto in tanto sulla parete... Inciampai in un ferro... subito il lume fu spento... Rimasi al buio nel lungo androne nel quale gettava qualche bagliore la mia lanterna...