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Medico particolare di Martino V fu Elia, appartenente al Ghetto romano. Così fino al XVI secolo, nonostante le bolle di scomunica promulgate da più papi, si trovano medici ebrei in Vaticano. Come orientali, come imparentati con gli Arabi, gli ebrei furon tenuti ovunque, anche presso i principi e gl'imperatori, in grande considerazione per la loro sapienza medica.

Lucertolo ripeteva la storia di quello che gli era capitato la notte della fuga di Antonietta dal Ghetto, dopo che nell'androne aveva esploso la pistola verso la stanza in cui si trovavano Antonietta, Carlo Tittoli e l'ebreo Isacco.

La parola di festa, accoppiata a quella del Ghetto, suona quasi ironia, se si pon mente alla storia ed alla condizione attuale degli ebrei; per questa stessa ragione però un tale spettacolo non può a meno di riuscire attraente anche in questa Roma, dove le feste sono così numerose.

Sebbene il delitto accadesse , a due passi, l'assassino operò con tali precauzioni, che io non ne ebbi notizia sino al momento in cui giunsero varii agenti, varii ufficiali, guidati dall'Ispettore che, incontratomi nella Piazza dell'Olio, mi domandarono se avessi a denunziare nulla di nuovo... Risposi negativamente... Soltanto dichiarai che avevo udito un grido acuto entro il Ghetto proferito di certo da una donna, e che ero subito accorso, ma senza poter riuscire a scuoprir nulla... L'Ispettore mi rispose brusco, irritato, e proseguì, accompagnato dagli agenti, fino alla cantonata di Via Naccaiòli.

Prima del 1847 un alto muro divideva la piazza dei Cenci da quella detta Giudia, che ha pure nome di Piazza delle Scuole. Aprivasi su questa la porta principale del Ghetto; mura e porta sono state demolite, ed i materiali giacciono tuttora in parte al suolo.

Il Ghetto e gli ebrei di Roma. Ammassato in un cupo e triste angolo dell'Urbe, rimpetto al Trastevere, abita qui da più secoli, quasi reietto dal resto del genere umano, il popolo degli ebrei di Roma. Di essi tratteranno queste pagine, che l'autore ha ricavato parte da scritti antichi e moderni, parte dalla bocca degli stessi ebrei. Più volte chi scrive ha percorso il Ghetto romano, e la sua popolazione, unica antica rovina vivente fra le rovine della citt

In questi versi Giovenale descrive così vivacemente gli ebrei, che ci sembra di aver dinanzi veramente un tipo di vecchia strega. Ai tempi di Domiziano le ebree uscivano spesso, durante la notte dalla valle d'Egeria per introdursi nella casa di qualche voluttuosa dama romana, e ciò si è ripetuto sino ai nostri giorni. Numerose donne del Ghetto vagavano per la citt

A quell'ora le porte del Ghetto erano chiuse, ma appunto dalla Piazza del Mercato si suole aprire almeno fino all'undici, e anche più tardi, a coloro che si sono un po' indugiati fuori... Al tempo in cui fu commesso il delitto del Vicolo della Luna aspettava quelli, che non fosser tornati al momento in cui si chiudevano le porte, un vecchio ebreo, poverissimo, di nome Isacco Spoleto... Costui faceva tal mestier per amore dei pochi soldi che così guadagnava... Era però come un fiduciario della polizia... impossibile dubitare di lui...

Entriamo ora in una delle strade del Ghetto stesso; col

Questo editto era stato promulgato appena, che Sisto V lo revocò, facendo brillare tra le miserie del Ghetto un raggio di umanit